venerdì 23 gennaio 2015

Lumezzane è a rischio siccità La soluzione? Un nuovo pozzo

Lumezzane rischia di rimanere presto a secco. La disponibilità di acqua potabile per rifornire rubinetti di case, aziende e negozi sta infatti diminuendo. A dire il vero la notizia non sorprenderà di certo i valgobbini, che da almeno trent´anni fanno i conti con carenze e disagi. A soffrire di più la sete è la parte alta del paese, da Sant´Apollonio a Mosniga, che negli ultimi anni ha visto calare del 60% la portata delle sorgenti Sassina, Valle Fless e Serpendolo. Inoltre ci sono i limiti dell´acquedotto di epoca romana, che storicamente registra perdite, che si aggiungono alla siccità e, dal 2007, alla carenza di neve, che accumulandosi in inverno garantiva flussi vitali per le falde.
I PREOCCUPANTI DATI emergono da uno studio del Comune del 2008, per conto dell´Azienda Servizi Valtrompia. Nel documento si spiega come le fonti fossero abbondanti almeno fino al 2003, tanto da garantire almeno 140 litri al secondo.
Ma quattro anni dopo, a causa delle scarse piogge, il livello minimo ha toccato gli 85 litri al secondo, a fronte di un fabbisogno giornaliero di 145.
In pratica, si riesce a soddisfare soltanto il 60% del fabbisogno d´acqua, con la previsione di scendere sotto la soglia del 50 nel 2028.
Questa è la situazione che potrebbe presentarsi se non cambierà la politica di gestione delle fonti, che al momento è basata su 15 punti di approvvigionamento, 16 serbatoi e 100 chilometri di tubi. Da qui la decisione del Comune e dell´azienda triumplina di impegnarsi a cercare una soluzioni per potenziare l´acquedotto.
«NEL 2008 SONO STATI fatti due sondaggi - spiega l´assessore al Patrimonio, Stefano Gabanetti - in vista della costruzione di un nuovo pozzo in località Vedrine, su area comunale, o in via Sorgenti, in zona privata a Mosniga. Soltanto il secondo ha dato esiti positivi. Il progetto fa parte del piano generale dell´acquedotto e i lavori servono per garantire l´acqua ai cittadini». Il progetto, che risale al maggio 2014, è finito sul tavolo della Giunta pochi giorni fa ma non è ancora definitivo. Prevede di costruire un pozzo in via Sorgenti, più a sud rispetto a quello esistente che non garantisce più la portata sufficiente. Nel pozzo sarà installata una pompa elettrica per estrarre l´acqua dalla falda e portarla, attraverso un sistema di tubi, al serbatoio Canoni a una potenza di 15 litri ogni secondo, evitando il rischio di rimanere senza acqua come è già successo in passato.
Il costo dell´opera è di 503 mila euro. Manca il via libera definitivo. I lavori dureranno quattro mesi.

f.zicco bresciaoggi

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