Dici parco Avogadro ed è subito polemica. Non c´è pace per l´area verde
di Lumezzane Piatucco, che da sempre è stata al centro di critiche e che
ancora oggi fatica a ottenere la giusta attenzione.
Quella dell´erba
alta, tagliata di recente, è solo l´ultima delle grane per un oasi,
l´unica del paese di un certo rilievo, che ha più problemi che
avventori. «La zona giochi è troppo piccola - si lamentano le mamme -. E
poi mancano gli alberi che fanno ombra, quando c´è il sole si muore dal
caldo. E se inizia a piovere bisogna scappare perché non esiste un
riparo. In merito all´erba alta, invece, il problema non è risolto: il
parco confina con una vecchia cascina fatiscente dove regnano degrado e
incuria. L´Amministrazione dovrebbe obbligare i proprietari a tenere
pulito per evitare il proliferare di ratti e bisce». Insomma, una di
quelle storie iniziate male e finite peggio, una vicenda che tra l´altro
riapre la ferita delle case cadenti presenti nel centro storico che
diventano il rifugio dei topi della Valgobbia.
MA I PROBLEMI non
riguardano solo ratti e sterpaglie. Nell´occhio del ciclone il chiosco
installato dal Comune l´anno scorso, dopo il bando di gestione più volte
andato deserto.
In primis è toccato alla cooperativa sociale La
Fontana tenere aperta la struttura, mentre da novembre sono subentrati
gli attuali gestori, ai quali è stato affidato fino al 2022 dietro il
pagamento di un canone annuale di 2000 euro.
Un affarone? Parrebbe di
no. «Mio marito e io ci stiamo mettendo impegno e buona volontà ma non è
facile - spiega Gelsomina Modarelli, che tutti conoscono come Gelso -.
Col vecchio sindaco avevamo parlato di allungare la tettoia e chiudere
il dehor per poter accogliere i clienti anche durante i mesi invernali o
in caso di pioggia, ma poi non si è più fatto nulla. Lavorando poco
rischiamo anche di non riuscire a tenere fede agli impegni presi. Ma la
voglia di fare non ci manca. Dell´erba, per esempio, potremmo occuparci
noi: invece di affidarsi a una società esterna, il Comune potrebbe
azzerare il canone annuale e pagarci la differenza». Per quanto riguarda
la polemica sugli orari di apertura? «Sfido chiunque a star qui dalle
dieci del mattino fino alle due di notte quando non c´è nessuno -
risponde Gelso -. Mi fermerei senza alcun problema se ci fossero i
clienti, ma quando vedo che alle dieci e mezza non arriva nessuno, me ne
vado».
In merito alla questione giochi, invece, c´è da dire che
l´Amministrazione ha consegnato una grande giostra ai volontari della
Protezione civile che però non è ancora stata assemblata. La speranza è
che si possa vederla montata (e sfruttata) per l´estate. Feste e
iniziative? «Vorremmo organizzare delle serate karaoke, ma con tutte le
feste patronali che animano i weekend è difficile attirare la
clientela». bresciaoggi marco ben
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