Ai tempi della lira la memoria popolare di Maria Montessori, grande
pedagogista italiana del Novecento, era affidata al suo volto stampato
sulla vecchia banconota da «mille». Un po´ poco, se vogliamo, per una
donna che aveva rivoluzionato il sistema educativo con un approccio
diverso rivolto essenzialmente alla natura e ai bisogni dei bambini: non
solo istruzione, ma anche esperienza diretta con i materiali,
manualità, libertà di fare e raggiungere l´autonomia fin da piccoli in
vista della formazione superiore.
È proprio il metodo che da mesi
l´asilo paritario «Teresa Fiorini» di via Brescia, a Lumezzane Valle,
unico in Valtrompia, sta seguendo parzialmente nei laboratori per i
propri studenti nell´ambito di un progetto che da settembre si vorrebbe
estendere coinvolgendo tutto il corpo insegnante, e che potrebbe
riconoscere all´istituto in questione il titolo di «Casa dei bambini».
Se ne parlerà lunedì sera a partire dalle 20,30 nel teatro Odeon,
durante l´incontro «Una scuola Montessori in Valtrompia» promosso
dall´Opera nazionale omonima fondata dalla pedagogista insieme
all´asilo, alle associazioni «Amici per l´infanzia di Valle» e
Montessori di Brescia e con il patrocinio del Comune.
Alla serata,
introdotta dall´assessore all´Istruzione Lucio Facchinetti,
parteciperanno la presidente del gruppo montessoriano provinciale Rosa
Giudetti e la pedagogista e formatrice dell´Opera nazionale Patrizia
Enzi. Il metodo che sarà analizzato, come detto, punta a rendere
autonomi gli studenti fin da piccoli con un approccio diretto alla
situazione da risolvere: che sia un compito assegnato dall´insegnante o
un gioco. Un approccio che può essere messo in campo solo se gli
insegnanti sono adeguatamente formati.
La direttrice della «Teresa
Fiorini», Maria Sabatti, dice di aver sondato con le docenti i metodi
più funzionali, e alla luce del confronto il più interessante è stato
proprio quello montessoriano, destinato ora a diventare l´unico. Se ne
parlerà dicevamo lunedì, e i valgobbini sono invitati. F.Z.
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