Le forze democratiche della Valtrompia denunciano da tempo all´opinione
pubblica e alle istituzioni locali la presenza sempre più marcata sul
territorio di gruppi politici appartenenti alla nuova destra estrema
che, manifestando atteggiamenti xenofobi, evocano le inquietudini del
nazifascismo.
E ieri quelle stesse forze democratiche sono passate
dalle parole ai fatti, organizzando una manifestazione antifascista e
antirazzista a Lumezzane, alla quale hanno aderito praticamente tutti i
principali comuni insieme a gruppi e associazioni.
Il lungo corteo
si è allungato fino al municipio, con una breve sosta al monumento
dedicato al partigiano Giuseppe Verginella. Le sensazioni dei
partecipanti? «Questi gruppi si richiamano al nazifascismo storico,
nonostante una precisa disposizione della Costituzione ne vieti la
riorganizzazione - è il commento generale dei manifestanti -. Siamo
convinti che l´ideologia neofascista non possa in alcun modo sostenere i
cittadini nell´affrontare e superare le comprensibili ansie e paure
dettate dalla crisi».
«A quelli che ci accusano di non fare
abbastanza in questo campo rispondiamo che si sbagliano - aggiunge
Gianpietro Patelli, presidente dell´Anpi di Lumezzane -. Da anni siamo
presenti nelle scuole raccontando la vita dei partigiani. Sappiamo bene
che bisogna lavorare soprattutto con le nuove generazioni per costruire
una consapevolezza e una coscienza democratiche».
Carabinieri e
polizia presenti in forze hanno vigilato sullo svolgersi pacifico della
manifestazione; soprattutto facendo da barriera per evitare contatti e
attriti proprio con i militanti di Forza Nuova che sempre ieri si
trovavano in via Massimo d´Azeglio per l´iniziativa «Solidarietà
nazionale», attraverso la quale il movimento di estrema destra consegna
pacchi alimentari ai cittadini italiani indigenti.
«L´Anpi e altre
sigle nazionali ci hanno da tempo presi di mira mossi da un´arbitraria
censura verso organizzazioni a loro poco affini - dichiara Enrico
Salvinelli di Fn -. Siamo qui anche per sottolineare la differenza tra
chi come noi si autofinanzia e chi invece, come l´Anpi, vive da 70 anni
di fondi pubblici». M.BEN. bresciaoggi
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