venerdì 4 aprile 2014

Eredità «contesa» del parroco Lascito alla badante legittimo

Nessuna irregolarità o errore contabile. Il «tesoretto» lasciato in eredità da don Giulio Gatteri alla badante che per dodici anni lo aveva accudito, era di proprietà del parroco di Lumezzane scomparso la scorsa primavera, e non della parrocchia.
Il sacerdote dunque poteva disporre di quel denaro come meglio credeva.
LO HA STABILITO il tribunale di Brescia che ieri mattina ha sbloccato in favore di Valentina Popescu, domestica di origini romene, poco meno di 400mila euro, una consistente fetta della somma «congelata» da un anno per consentire le verifiche incrociate sui movimenti finanziari sui conti correnti di don Giulio e su quelli della parrocchia. Verifiche chieste ai giudici dalla Curia di Brescia.
Il denaro va ad aggiungersi ai 75 mila euro che erano stati precedentemente «liberati» dai tribunale. Al vaglio manca l´ultimo segmento dell´eredità, poco meno di 200 mila euro, il cui destino sarà stabilito in occasione della prossima e presumibilmente ultima udienza davanti al giudice civile Elda Geraci, fissata per il 26 giugno. Biagio Riccio, uno dei legali della badante, al termine dell´udienza di ieri ha parlato di «un risultato nel segno della composizione amichevole. Stiamo per approdare a una soluzione definitiva che faccia chiarezza su ogni aspetto».
Il legale non lo dice apertamente, ma l´obiettivo è sgombrare il campo da ogni dubbio dissolvendo quell´alone che ha in qualche modo offuscato la memoria del parroco e turbato la badante. Lei ammette di non sapere se, al termine della vicenda, devolverà qualcosa alla comunità di Lumezzane, non nascondendo delusione e rabbia per come sarebbe stata trattata dai parrocchiani di San Sebastiano. «Sono sollevata perchè la verità sta venendo a galla, ma ho vissuto momenti difficili - ha spiegato la badante -. Non ho toccato nemmeno un euro dell´eredità, neppure la quota che mi è stata assegnata, ma fino a quando la vicenda non sarà finita non voglio neppure pensare a come gestire quei soldi». Tornando all´esame del denaro, è stato accertato in particolare che i 380mila euro facevano parte quanto introitato dal parroco dalla vendita di immobili ereditati dal padre.
L´avvocato Enrico Bertoni, che rappresenta la Curia, ieri ha fatto ulteriore chiarezza sul caso. «Abbiamo fatto una prima verifica sui macroimporti, versamenti diretti e prelievi diretti. Non ci sono discordanze, si tratta di somme riconosciute come di proprietà del defunto parroco. Per altri importi, la situazione è più complessa da verificare perchè l´analisi va effettuata su ogni singola donazione per verificare i flussi finanziari».

Mario Pari  bresciaoggi

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