venerdì 7 febbraio 2014

Il Lumezzane impantanato: «Su quel campo non è calcio»

C'era una volta il «Comunale»: tenuta impeccabile, terreno verde e liscio come un biliardo, drenaggio a prova di monsone. C'era una volta... e adesso non c'è più.
Il fiore all'occhiello di Lumezzane e del Lumezzane, per anni orgoglio della società, è diventato un campaccio impresentabile. Là dove c'era l'erba sono comparse buche e pozze, ferite profonde e piccole paludi; complici l'umidità e le piogge, il manto ha ceduto.
UN PROBLEMA serio e strutturale, connesso - pare - all'otturazione dei micro-canali che dovrebbero raccogliere l'acqua e scaricarla al di sotto dell'erba. Risultato: passeggiare sul prato del fu «Comunale» - nel frattempo ribattezzato «Tullio Saleri» - è un po' come camminare su un flaccido budino. «Giocare a calcio lì sopra è praticamente impossibile», così il presidente Renzo Cavagna all'indomani della gara interna col Südtirol. «Il calcio, per come lo intendo io, è un'altra cosa». Tutta un'altra cosa. Reduci dalla trasferta di Chiavari, giocata su un terreno al bacio, se ne sono accorti pure i rossoblù, che ad essere onesti, Marcolini in primis, avevano già avuto modo di rammaricarsi per le condizioni precarie del campo di casa. «Ogni stop, ogni passaggio, nasconde mille insidie - ha spiegato il tecnico in sala stampa a ridosso dello zero a zero di domenica -. Fare gioco è impossibile». «Non immaginate quanta fatica costi correre lì sopra - aveva commentato dopo il derby Ernesto Torregrossa -. Venti minuti e le gambe cominciano a cedere».
E quindi? Che fare? Per il momento niente di niente. Mancano dieci giornate al sipario sul campionato e sei vedranno il Lume impegnato in trasferta. Restano dunque solo quattro gare da disputare nelle sabbie mobili valgobbine. Assurdo, e impossibile, pensare a un rimedio lampo. A fine stagione si faranno i conti. «La speranza è che ci sia solo da ripristinare il drenaggio e sistemare il terreno - spiega il presidente Cavagna -. In tal caso ce la caveremo a buon mercato. Ma non è escluso che occorra un restyling totale». Ovvero rimuovere 15 centimetri di erba e terra, posare un nuovo fondo e un nuovo sistema di drenaggio, mettere mano al prato.
Tempi lunghi e conto salato. «Una bella scocciatura - sbuffa Cavagna -. Anche perché ci sentiamo soli su questo fronte. Il Comune si dovrebbe dare da fare e invece si disinteressa dell'impianto». Una stoccata in piena regola, che purtroppo arriva a ridosso dell'incognita elezioni. La politica, si sa...
TEMPO FA, in Consiglio, si era acceso un vivace dibattito sulla possibilità di aprire le porte dello stadio ad altre realtà valgobbine, non solo al Lumezzane Calcio. Nefasta idea alla luce di quel che è capitato. Preservare il terreno, a certi livelli, è una questione di sostanza, non di forma. Quattro gare ancora e poi qualcuno dovrà fare qualcosa.

Luca Canini

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