martedì 8 ottobre 2013

Assoni getta la spugna, in trenta senza lavoro

La crisi non molla la presa: il suo morso continua a rodere le realtà produttive locali e a Lumezzane un´altra azienda non ce l´ha fatta. Dopo un storia lunga generazioni anche l´Assoni Giulio Srl, impresa fondata nel 1960 specializzata nello stampaggio a caldo dell´ottone e nella lavorazione dello stesso, chiude i battenti lasciando a casa 30 famiglie, tra le quali anche quella della giovane figlia del titolare.
LA NOTIZIA è arrivata all´improvviso nelle scorse settimane, quando la proprietà ha informato che la situazione era diventata insostenibile. E il 30 settembre i cancelli dello stabilimento in località Fontana si sono aperti (e chiusi) per l´ultima volta. «L´esame congiunto tra impresa e personale si è svolto lo scorso 2 ottobre - spiega il sindacalista Giuseppe Vocale (Cgil) - quando è stata concordata la cassa integrazione straordinaria per 12 mesi e l´avvio delle procedure di concordato preventivo che l´azienda presenterà in questi giorni. In base agli accordi che verranno confermati nelle prossime settimane ci sarà la possibilità di richiedere altri 12 mesi di cassa, dopodichè gli ammortizzatori sociali si esauriranno con l´indennità di disoccupazione - continua il rappresentante sindacale - La comunicazione al personale effettivamente è arrivata abbastanza tardi. La notizia era nell´aria, ma l´azienda ha preferito attendere prima di dare conferme ufficiali. La causa della forte crisi finanziaria è da attribuire alla tipologia di attività: la stamperia non produceva prodotti propri e lavorava conto terzi con margini non più sostenibili».
Insomma, la solita vecchia storia che caratterizza numerose aziende locali: in alcuni settori i prezzi li fanno i clienti e i margini sono ridotti all´osso. Spesso si è costretti a lavorare sottocosto per non perdere le commesse e non lasciare fermi gli impianti produttivi. Ma poi i nodi arrivano al pettine e i guai non si fanno attendere.
QUELLO dell´Assoni è uno dei paradossi collegati a questa congiuntura economica che sta decimando le realtà produttive del paese: un´impresa a cui il lavoro non mancava, gli ordini arrivavano, ma putroppo la situazione economica aziendale non ha permesso di andare oltre.
«In azienda non c´era una forte sindacalizzazione - conclude il sindacalista - ma da quando seguo questa realtà ricordo solo qualche giorno di cassa integrazione sporadico autorizzato tra il 2009 e il 2010. Non sono mai stati usati altri ammortizzatori». È forte l´amarezza del personale che da un giorno all´altro si è trovato sulla strada senza troppe sicurezze.
Ma anche per il titolare, Giuseppe Assoni, la decisione non è stata presa a cuor leggero, purtroppo il confronto con la dura realtà non ha dato scampo ad altre possibilità. Nonostante la proprietà non si sia lasciata andare ad analisi dettagliate sulle criticità emerse, si è resa disponibile a prendere i curriculum dei dipendenti per poterli riposizionare. Mossa apprezzabile, ma bisognerà capire se riuscirà poi a concretizzarsi in un nuovo posto di lavoro. bresciaoggi mb

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