lunedì 11 marzo 2013

Scatta il maxi risacimento per i medici della Maugeri

La sezione del Lavoro del tribunale di Brescia ha riconosciuto un maxi risarcimento a diciotto medici dipendenti del centro riabilitativo «Maugeri» di Lumezzane. La fondazione di Pavia che gestisce la struttura sanitaria valgobbina dovrà versare complessivamente 1,6 milioni di euro ai professionisti. La sentenza è arrivata a cinque anni dall´apertura della vertenza giudiziaria. 
«Si è trattato di un grande risultato, conquistato grazie alla perseveranza dei colleghi, che non hanno preceduto a pressioni e lusinghe - spiega il presidente dell´Unione medici italiani Francesco Falsetti -. Il sindacato ha dato loro il sostegno necessario durante un procedimento lungo e articolato». 
Ma cos´era successo? Nell´istituto valgobbino, i ricorrenti ricoprivano incarichi di dirigenti medici o sanitari. Il regolamento generale della fondazione prevedeva che il personale godesse dello stesso trattamento giuridico ed economico dei dipendenti del servizio sanitario nazionale. Ora, mentre in altri centri gestiti dalla fondazione era stato recepito il contratto nazionale della Sanità pubblica nella parte ritenuta applicabile dalle parti sociali, questo non era successo a Lumezzane in cui solo una parte dei dipendenti aveva sottoscritto accordi individuali. I medici ricorrenti, tutti iscritti all´Umi, si erano rifiutati e, in ragione della loro appartenenza sindacale, avevano chiesto il rispetto integrale del contratto nazionale, intentando causa contro la fondazione nel febbraio 2008. I medici hanno vinto la prima battaglia nel 2010, quando il tribunale di Brescia aveva sentenziato nel merito l´obbligo di applicazione del contratto nazionale nella struttura sanitaria. Per la definizione della somma da risarcire si è dovuto attendere un altro paio di anni, il tempo necessario per permettere di quantificare le somme da risarcire ai singoli medici, dopo aver accertato la sussistenza di notevoli differenze tra le retribuzioni percepite dai ricorrenti (in alcuni casi addirittura risalenti al 2001) e quelle che sarebbero loro spettate se la fondazione avesse effettivamente applicato il contratto nazionale. Ora è arrivata la sentenza che distribuisce tra i vari medici un «tesoretto» da 1,6 milioni.R.PR.  bresciaoggi 09/03/13

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