lunedì 4 febbraio 2013

Francobolli «rari», corrispondenza bloccata

Questa difficile fase storica è segnata da una serie di carenze a livello etico, sociale ed economico, ma anche da stranezze. Come quella che viene segnalata a macchia di leopardo un po´ in tutta la provincia ma in particolare dalla comunità lumezzanese, che ha fatto e sta facendo fatica ad abituarsi a questo nuovo «stile di vita» segnato dalla scarsità di soldi, lavoro e prospettive per i giovani. La lamentela in questione rasenta l´inverosimile: da settimane in Valgobbia (ma anche a Sarezzo) mancano i francobolli per inviare la posta ordinaria e quella destinata all´estero. 
Cosa sta succedendo? Il personale impiegatizio della maggior parte delle aziende locali è abituato a rifornirsi di francobolli e valori bollati attraverso le numerose tabaccherie della città, che a loro volta si approvvigionano rivolgendosi agli uffici postali. In pratica il tabaccaio, che su questo tipo di servizio ha un agio irrisorio corrispondente al 5%, si reca nell´ufficio postale di riferimento (a volte affrontando lunghe code), acquista qualche migliaio di cartoncini filigranati e poi li rivende alle piccole, medie imprese che mensilmente devono inviare corrispondenza e fatture. 
Così è sempre stato fino al primo gennaio, giorno in cui è scattato un aumento generalizzato del costo delle affrancature per la corrispondenza postale. L´esempio più classico è stato l´incremento del francobollo per l´invio della posta ordinaria, che è passato da 0,60 a 0,70 euro. Una novità che ha finito per scatenare una caccia ai francobolli da 0,10 euro per integrare il nuovo costo e poter quindi smaltire i bolli (da 0,60) già acquistati. 
«Chiamo quotidianamente la posta per sapere se sono arrivati i pezzi - spiega una tabaccaia -, ma purtroppo riesco a fatica ad evadere gli ordini dei clienti. Mi è stato anche proposto di acquistare bolli da 2 centesimi da aggiungere a quelli da 0,60 euro per raggiungere l´importo esatto. Ma ovviamente nelle aziende che devono inviare qualche centinaia di lettere gli impiegati non si mettono di certo ad incollare 6 contrassegni su ogni busta».
Insomma, tra la perdita di tempo dei tabaccai che devono «bussare» ai diversi sportelli postali per racimolare quel che si trova, e quelle delle aziende che da settimane attendono il materiale ordinato, la situazione si fa insostenibile. Probabilmente Poste italiane si è mossa in ritardo con la produzione dei nuovi tagli, e nel frattempo sta tentando di svuotare i magazzini proponendo alla clientela soluzioni poco pratiche. 
«Spesso dagli sportelli ci rifilano bolli non autoadesivi che poi le aziende ci contestano perchè difficili da incollare - racconta una tabaccaia di Villa Carcina -. Il nostro ufficio locale riesce ad evadere quasi integralmente l´ordine che effettuiamo: a volte manca qualcosa, ma possiamo dire di non vivere il problema dei colleghi di Lumezzane o di Sarezzo». 
È vero che oggi sempre più persone usano la posta elettronica, ma ricordiamo anche che molti documenti devono ancora essere affrancati e inviati tradizionalmente.  Marco Ben,  Bresciaoggi

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