Questa difficile fase storica è
segnata da una serie di carenze a livello etico, sociale ed economico,
ma anche da stranezze. Come quella che viene segnalata a macchia di
leopardo un po´ in tutta la provincia ma in particolare dalla comunità
lumezzanese, che
ha fatto e sta facendo fatica ad abituarsi a questo nuovo «stile di
vita» segnato dalla scarsità di soldi, lavoro e prospettive per i
giovani. La lamentela in questione rasenta l´inverosimile: da settimane
in Valgobbia (ma anche a Sarezzo) mancano i francobolli
per inviare la posta ordinaria e quella destinata all´estero.
Cosa sta succedendo? Il personale impiegatizio della maggior parte delle
aziende locali è abituato a rifornirsi di francobolli e valori bollati
attraverso le numerose tabaccherie della città, che a loro volta si
approvvigionano rivolgendosi agli uffici postali.
In pratica il tabaccaio, che su questo tipo di servizio ha un agio
irrisorio corrispondente al 5%, si reca nell´ufficio postale di
riferimento (a volte affrontando lunghe code), acquista qualche migliaio
di cartoncini filigranati e poi li rivende alle piccole,
medie imprese che mensilmente devono inviare corrispondenza e fatture.
Così è sempre stato fino al primo gennaio, giorno in cui è scattato un
aumento generalizzato del costo delle affrancature per la corrispondenza
postale. L´esempio più classico è stato l´incremento del francobollo
per l´invio della posta ordinaria, che è passato
da 0,60 a 0,70 euro. Una novità che ha finito per scatenare una caccia
ai francobolli da 0,10 euro per integrare il nuovo costo e poter quindi
smaltire i bolli (da 0,60) già acquistati.
«Chiamo quotidianamente la posta per sapere se sono arrivati i pezzi -
spiega una tabaccaia -, ma purtroppo riesco a fatica ad evadere gli
ordini dei clienti. Mi è stato anche proposto di acquistare bolli da 2
centesimi da aggiungere a quelli da 0,60 euro per
raggiungere l´importo esatto. Ma ovviamente nelle aziende che devono
inviare qualche centinaia di lettere gli impiegati non si mettono di
certo ad incollare 6 contrassegni su ogni busta».
Insomma, tra la perdita di tempo dei tabaccai che devono «bussare» ai
diversi sportelli postali per racimolare quel che si trova, e quelle
delle aziende che da settimane attendono il materiale ordinato, la
situazione si fa insostenibile. Probabilmente Poste
italiane si è mossa in ritardo con la produzione dei nuovi tagli, e nel
frattempo sta tentando di svuotare i magazzini proponendo alla
clientela soluzioni poco pratiche.
«Spesso dagli sportelli ci rifilano bolli non autoadesivi che poi le
aziende ci contestano perchè difficili da incollare - racconta una
tabaccaia di Villa Carcina -. Il nostro ufficio locale riesce ad evadere
quasi integralmente l´ordine che effettuiamo: a
volte manca qualcosa, ma possiamo dire di non vivere il problema dei
colleghi di Lumezzane o di Sarezzo».
È vero che oggi sempre più persone usano la posta elettronica, ma
ricordiamo anche che molti documenti devono ancora essere affrancati e
inviati tradizionalmente. Marco Ben, Bresciaoggi
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