In Valgobbia si chiude (o quasi)
una storia lunga cinque anni, ed è proprio il caso di dire che è stata
«messa una pietra» sopra le scorie radioattive contaminate a diversi
livelli dal cesio 137 e scoperte ormai molto tempo fa nella raffineria
«Rivadossi Metalli»
di Premiano. Ieri mattina, infatti, le gru hanno concluso il lavoro di
copertura del «bunker» in cemento armato nel quale martedì e mercoledì
erano stati depositati i contenitori (i «bags») che ancora custodivano
il materiale pericoloso.
L´intera operazione è stata seguita in diretta dalle autorità che fanno
parte del tavolo tecnico istituito ad hoc dalla Prefettura. Tra queste,
nei tre giorni di intervento, c´erano i tecnici dell´Asl, dell´Arpa,
dell´Ispettorato del lavoro, della Prefettura,
il personale del Nucleo batteriologico chimico e radioattivo del
comando provinciale dei vigili del fuoco di Brescia e il sindaco
Silverio Vivenzi.
I risultati? Nel contenitore ermetico di 11 metri e mezzo per 7,4
allestito in un angolo del magazzino dell´azienda di via Madonnina, e
purtroppo per i cronisti rimasto accessibile solo alle autorità e non
alla stampa, sono stati «tombati» 140 giganteschi sacchi
distribuiti in sei container per un totale di 150 tonnellate. I
materiali radioattivi sono stati disposti in modo che la carica più
bassa presente nella maggior parte del quantitativo presente possa in
qualche modo «attutire» quella degli stock più pericolosi.
In ogni caso, assicurano i tecnici, le scorie più «leggere» si potranno
smaltire in 15-20 anni, mentre per le altre potrebbero occorrere fino a
300 anni. Per rassicurare i valgobbini è stato ovviamente anche testato
il livello di radioattività all´esterno del
bunker, e senza rilevare problemi o fuoriuscite. E anche il rischio
idrogeologico dovuto al Gobbia sottostante - si dice - non dovrebbe
creare problemi in caso di calamità.
«C´è un eccessivo allarmismo nei lumezzanesi - sostengono nell´azienda
-: i nostri operai non hanno mai avuto problemi e i 90 prelievi fatti
all´esterno nel periodo incriminato non hanno dato esiti preoccupanti.
Tra l´altro, un test tecnico ha rivelato che
stare per venti ore consecutive accanto al container più radioattivo
equivale a fare una semplice radiografia al torace».
Va ricordato poi che in Italia non esistono luoghi definiti nei quali
depositare questi materiali, quindi ad occuparsene sarà la raffineria di
Premiano ed eventualmente la «palla» passerà al tavolo tecnico.
Intanto, lunedì il sindaco Silverio Vivenzi andrà
in Prefettura per firmare la fine delle operazioni.
L´intera questione (ampiamente seguita da Bresciaoggi), lo ricordiamo
era stata sollevata nel 2010 durante un´assemblea pubblica organizzata
proprio dalla giunta per avvisare della presenza di rottami a eccessivo
tasso radioattivo scoperti da una ditta tedesca
nel 2008, e poi tornati a Lumezzane. F.Zixxo bresciaoggi
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