Protagonista principale della cronache valgobbine dell´anno scorso, il
Gobbia è tornato nuovamente sulla scena; stavolta per via del bilancio,
presentato ieri, di un anno del servizio di controllo sperimentale degli
sversamenti abusivi finanziato dall´Arpa lombarda e provinciale e dal
Comune. Un sistema rappresentato da quattro rilevatori piazzati nel
letto del fiume che misurano 24 ore su 24 la conducibilità elettrica e
la temperatura: a fronte di ogni anomalia l´Arpa di Brescia riceve un
allarme subito girato alla polizia locale e, da qualche tempo, anche
alle guardie ecologiche volontarie della Comunità montana.
«Questo è
stato il primo tema che abbiamo affrontato al nostro insediamento nel
2009 - ha esordito il sindaco Silverio Vivenzi - e ora stiamo avendo i
primi risultati positivi. Ma siamo ancora lontani dall´obiettivo che
vorremmo raggiungere». A fornire i numeri sui dodici mesi di attività,
iniziata nel novembre 2011, sono stati il direttore del Dipartimento
ambientale Arpa Giulio Sesana e il coordinatore Sergio Resola.
Nel
2012 l´Agenzia ha effettuato 145 interventi; 56 per l´allarme lanciato
dalle sonde e 86 per i lavori di manutenzione. A questi si aggiungono 66
campioni di acqua prelevati e analizzati dal laboratorio che hanno
permesso di denunciare quattro responsabili di inquinamento (i
procedimenti sono ancora in corso). E come ha confermato anche
l´assessore all´Ambiente Andrea Capuzzi, il Comune è stato protagonista
di 100 uscite nell´anno, una ogni tre giorni. «Il nostro obiettivo è
migliorare le acque del Gobbia al di là dell´individuazione di chi
sversa - ha detto l´assessore -; vogliamo convincere i valgobbini a non
inquinare».
E alcuni indicatori fanno pensare che la situazione stia
migliorando, visto che dall´aprile scorso gli allarmi sono calati.
Anche la concentrazione di cromo nel tratto finale del torrente a
Sarezzo è quasi dimezzata, passando dai 22 ai 13 microgrammi per litro;
ma va anche detto che diverse aziende hanno chiuso i battenti. bresciaoggi 12/01/13 F.Zizzo
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