La crisi non molla e le richieste di cassa integrazione non accennano a
diminuire. Ma a sentire le amministrazioni locali c´è qualcosa che bolle
in pentola per uscirne. Il 21 maggio scorso, in Prefettura a Brescia è
stato firmato da Università degli studi, Comunità montana, Apindustria,
Confederazione nazionale dell´artigianato, Associazione artigiani,
Confesercenti, Consorzio armaioli italiani e associazioni dei
commercianti (senza dimenticare la stessa Prefettura) il «Protocollo
d´intesa per la realizzazione del Patto di sistema per la crescita e il
lavoro in Valtrompia».
Di che si tratta? L´iniziativa vuole creare
una cabina di regia affinché imprese, enti territoriali e associazioni
produttive possano realizzare azioni di sviluppo per far ripartire
l´economia locale, valutando anche nuovi progetti per rilanciare la
produzione sul territorio. E oggi l´assessore alle Attività produttive
di Villa Carcina, Claudio Marianini, ha voluto fare un punto della
situazione.
«Gli emendamenti al documento strategico della Regione
evidenziano alcuni aspetti ritenuti basilari per la crescita - illustra
Marianini -. Le direttive regionali ci chiedono di prendere in
considerazione l´inserimento di azioni a sostegno dei percorsi di
riconversione industriale per rilanciare il settore manifatturiero, che
in valle è l´ossatura portante. Si vuole poi favorire l´attivazione di
percorsi di specializzazione post diploma per creare profili di alta
specializzazione».
Eppure, tra le proposte è inserito come priorità
lo sviluppo della rete viaria e ferroviaria, e si torna quindi a parlare
della realizzazione del raccordo autostradale della Valtrompia. I
tecnici che lavorano al Patto di sistema propongono però anche
l´estensione della metropolitana da Brescia, e insieme l´ipotesi di
realizzare un tunnel intervallivo che colleghi la Valtrompia con la
Valcamonica.
Un piano, quest´ultimo, storicamente sostenuto dal
sindaco di Lumezzane, Silverio Vivenzi, che lascia invece basito il
consigliere di minoranza carcinese Valter Saresini: «A stento le
amministrazioni riescono a provvedere all´illuminazione pubblica -
commenta -, e parlare oggi di opere faraoniche potrebbe essere
decisamente rischioso». Bresciaoggi - 21/10/12 Marco Ben
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