Di certo, il tema occupa già da tempo un posto di rilievo nell´agenda dei sindaci che valutano la proposta con interesse, qualcuno addirittura rivendicando una sorta di primogenitura. Come il sindaco di Lumezzane Silverio Vivenzi: «Avevo già pensato a ridurre l´illuminazione in alcune zone del paese, soprattutto dopo aver ricevuto l´ultima bolletta, dell´importo di 100mila euro». Vivenzi ricorda che il suo Comune spende circa 300mila euro l´anno e riuscire a risparmiare un dieci per cento singificherebbe dirottarlo su altri servizi e accantona anche l´obiezione della sicurezza, cavallo di battaglia del suo partito, la Lega: «Anche con la luce non riusciamo a eliminare certi problemi, allora procediamo con lo spegnimento in alcune zone del paese, magari durante i giorni infrasettimanali, lasciando acceso nel fine settimana». Alle porte della città, Stefano Retali, sindaco di Concesio valuta l´idea «draconiana, mi ricorda tanto l´austerity degli anni 70, un palo illuminato e l´altro no».
Anche la bolletta di Concesio è rilevante, 200mila euro di spesa per 2200 punti luce e ciò basta a sollecitare una riflessione, concorda il sindaco, sulla convenzione in essere con Enel (la società è presente in 159 Comuni con 95mila punti luce).
«Stiamo approfondendo il problema perchè in questo periodo siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo per ridurre la spesa. Ma la soluzione non è spegnere, semmai investire nelle tecnologie e migliorare l´efficienza energetica». Solo che servono i soldi, tanti, e così il cane si morde la coda. In Val Camonica, il sindaco di Breno Sandro Farisoglio sibila: «Non abbiamo certo lampioni dove non servono, si taglino altre spese per risparmiare. La nostra illuminazione risponde alle esigenze della comunità e anche a esigenze turistiche: il castello di Breno è illuminato a giorno, impensabile spegnere tutto, se siamo giunti a questo punto noi che in valle abbiamo le centrali per la produzione di energia elettrica.....».
«La vedo difficile - commenta da parte sua Patrizia Avanzini, sindaco di Padenghe - anche perchè sono gli stessi cittadini a chiamarci non appena si spegne una lampada. Pensi che noi abbiamo un parco che gli abitanti non frequentano perchè non è illuminato; credo che dovremo invece programmare interventi in grado di ridurre i consumi, come l´impiego di lampade led o altre tecnologie, la soluzione del coprifuoco mi sembra improbabile».
«Condivido un uso razionale delle risorse che preveda anche l´ipotesi dello spegnimento». Senza se e senza l´adesione alla proposta governativa di Gianni Desenzani, sindaco di Carpenedolo che cita l´esempio della zone industriali sempre illuminate a giorno: «Lì possiamo intervenire, certo anche tenendo presenti le quesitoni di sicurezza. Si tratta di giungere ad un compromesso tra le diverse esigenze per ridurre le spese». A testimoninaza dell´impegno per ridurre i costi, il primo cittadino ricorda il piano regolatore dell´illuminazione che prevede un milione di euro di investimenti. A Palazzolo il neo-sindaco Gabriele Zanni è perplesso: «Ci sono zone in cui l´illuminazione è necessaria per la sicurezza dei cittadini. Credo che per risparmiare si debbano percorrere altre strade, che passano attraverso gli investimenti, ma i Comuni di soldi in questo periodo non ne hanno e quindi...».
E Michele Gussago, Gardone Vt: «Ci sono certo delle strade che non sono di grande frequenza e quindi si può pensare di agire. All´interno degli edifici scolastici il Comune ha già realizzato dei risparmi, ma per le strade non è altrettanto facile».
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