mercoledì 10 ottobre 2012

Lumezzane Piero de Hbörhèl, l’organista umorista

LUMEZZANE Piero de Hbörhèl, ovve-
ro, Pietro Pedrini, figura amabile a S. Se-
bastiano. Nasce nel 1893 e per 85 anni
attraversa più di tre quarti di secolo XX.
L’arguzia, l’amicizia, la musica, l’indu-
stria avviata, dodici figli (settefemmine),
50 anni nella banda, organista della vec-
chia chiesa di S. Sebastiano...unavitade-
bordante nella Lumezzane acida di po-
vertà per tre quarti di Novecento.
Dueguerre mondiali,manfrinecoloniali
in Africa,masalvava l’ironia, la pazienza
e l’idea che ogni giorno è dono. Fatto ec-
cezionale, Piero studia pianoforte col
maestro Bihì (Bossini) in Via Calzaveglia
in città: a piedi fino a Crocevia, poi il
tram.
Nella banda suonava il clarino, finché
non arrivò il primo saxofono che Piero
custodiva gelosamente dietro un casset-
tone. Un giorno un topolino s’infila nel-
lo strumento ed i figli Giovanni e Rober-
toloammaccanoabastonatesenzascal-
fire l’imprendibile ratto. Piero Hbörhèl
avevaereditato ilsoprannome(volendo-
lo piegarea tutti i costi all’Italiano, fareb-
be Borsello...) dal nonno che, si dice,
avesse voce alla Del Monaco.
Cantareera il divertimentosommoaLu-
mezzane.I Pedriniavevanotutti bellavo-
ce, tanto che Roberto sarà eccellente ba-
ritono, poi sacrificato all’industria di fa-
miglia.
Non per nulla era fiorito il detto: «Chi
che òl dei hói i naghe dei Mocéi, chi che
öl le uh i naghe dei Hbörhéi» (chi vuole
soldi vada dai Mocéi - ai tempi notoria-
mente ben forniti - chi vuole voci vada
dai Hbörhéi).
Piero era organista della chiesa vecchia,
mansione poi passata al figlio Giuseppe.
Nel 1942, col primogenito Gepe si mette
in proprio: produce spolette per bombe,
grazie ad una macchinetta fornita da
Umberto Gnutti, dei Pèhte. S’avvia così
quella che diventerà l’industria Pedrini
dei piccoli casalinghi oltre che dei cerchi
in lega. Infiniti gli aneddoti legati a Hbö
rhèl.
Uno per tutti: un giorno, l’amico Guido
Bossini, imprenditore, lo sollecita in
quel di Pieve per esaminare un cane che
vuolefarsuo. IduechilometridaS.Seba-
stiano prestovintiapassi lunghiedecco-
li davanti al cane.
Guido, lo palpa, lo stiracchia... l’annusa
muso a muso, è perplesso: «Mah, ha le
zampe corte, la coda troppo lunga, le
orecchie mosce...». Piero, impaziente:
«Tööh (inconfondibile richiamo lumez-
zanese) guarda che deve abbaiare, mica
deve suonare l’organo».
Ecco un’altra storia bella della gente di
Lumezzane che, certamente, brillava
per umorismo.
Egidio Bonomi

Nessun commento:

Posta un commento