venerdì 20 luglio 2012

La crisi cambia lo scenario Lumezzane è aperta per ferie

Certamente non è da sola, ma anche la Valgobbia dice addio ai classici cartelli «chiuso per ferie», e a oggi pochissimi negozianti parlano di vacanze. La congiuntura economica, la disoccupazione giovanile che in Valtrompia ha toccato il 32%, la cassa integrazione che ormai non riguarda solo le aziende ma anche artigiani e piccole realtà imprenditoriali, di certo non aiutano i cittadini a programmare i meritati soggiorni estivi in modo sereno.
Il risultato? Da ormai parecchi anni i lumezzanesi (e non solo) trascorrono la maggior parte di luglio e di agosto tra le vie del paese. E il nuovo «trend» ha portato alcuni esercenti ad attivare una strategia per rimpinguare le casse delle piccole attività locali: quella di non abbassare mai le saracinesche.
In Valgobbia, quindi, la popolazione potrà contare sul servizio offerto da bar, pasticcerie e pizzerie anche durante il mese più atteso dell´anno. La questione è presto spiegata: i commercianti da anni lamentano un esubero di attività (bar e pizzerie nascono come funghi e si fatica a fare il conto) che si fanno concorrenza l´una con l´altra in un bacino di utenza in decisa sofferenza. Alcuni pubblici esercizi «approfittano» quindi della chiusura dei colleghi per rimpinguare il cassetto.
Per qualcuno, poi, la scelta è abbastanza obbligata: «Sarebbe difficile far fronte ai costi fissi che si presentano puntuali tutti i mesi - spiega la titolare di una caffetteria -; quindi l´apertura continua diventa si un servizio che ben volentieri si offre al cliente che non lascia il paese, ma è anche un modo per pagare le spese».
A onor del vero c´è anche chi la crisi riesce a gestirla puntando sul contenimento dei costi (soprattutto per quanto riguarda affitto e personale) e sulla qualità del prodotto, e decide di non rinunciare alla chiusura delle due settimane centrali di agosto. In sostanza la «Lumesangeles» di una volta è ormai un vecchio ricordo: oggi la classe media, quella che in valle ha sempre fatto la differenza, è diminuita, e chi può ancora vantare questo status sta molto attento a come spendere i soldi.
«La gente prenota meno in agenzia e si arrangia su internet - racconta Marika Montini, titolare della Sahona viaggi -, e se prima i clienti si concedevano due settimane oggi ne fermano a stento una». Insomma, i turisti preferiscono il «fai da te» e sorvolano sullo spauracchio lanciato da un noto tour operator negli anni scorsi. Ovviamente, e per fortuna, c´è anche chi le vacanze se le può ancora permettere e organizza anche viaggi oltre oceano o tour dall´altra parte del mondo: le mete più richieste sono gli Stati Uniti , l´Asia e il Nord Europa. Sembra invece diminuito l´interesse per le mete caraibiche come Cuba, Santo Domingo e Messico, che non hanno proposto un aumento di prezzi ma che ormai sono fuori portata per la maggior parte dei turisti dalle medie possibilità. bresciaoggi -

Marco Benasseni

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