LUMEZZANE Verrà inaugurato entro metà giugno, il parco ex-Avogadro, che
la giunta ha deciso di intitolare alla lumezzanese «Suor Cornelia
Bossini». L'opera, un'area di 10.000 metri quadrati, pur discussa nella
sua realizzazione, verrà finalmente consegnata ai cittadini.
Una
risposta concreta e importante per la riqualificazione del paese, che
avrà così un'area verde di qualità, raggiungibile a piedi e in auto,
vicina all'abitato, al sicuro dal traffico e dai pericoli della
tumultuosa vita lumezzanese. Grande quanto due campi di calcio, l'area è
in un punto nevralgico del paese e sarà uno snodo anche pedonale di
collegamento tra le frazioni di Pieve, Piatucco e Fontana.
È stata
acquistata dal Comune a fine 2007, con la firma della convenzione del
Programma Integrato di Intervento. «La famiglia Avogadro - rimarca il
sindaco Silverio Vivenzi - è storica, ma ha rappresentato la repubblica
di Venezia che soggiogava i nostri territori in veste di esattori del
tempo. Suora Cornelia è invece una lumezzanese che si è distinta con un
percorso di vita importante».
L'idea del cambio di intitolazione è
nata da un suggerimento dell'assessore alle Pari opportunità Rosanna
Saleri, che ha proposto il nome di una donna per il parco. L'avvenimento
avviene a 100 anni dalla nascita e a 10 dalla morte della suora, che a
quindici anni, accompagnata dall'allora parroco don De Giacomi, entrò
nella congregazione delle figlie di Maria Ausiliatrice, ramo femminile
della famiglia salesiana.
Dopo essere stata a Torino, dove conseguì
il diploma di maestra elementare, nell'ottobre 1932 realizzò il suo
desiderio di andare in missione: destinazione Ecuador. In quelle terre
si è distinta per la sua intraprendenza, tipicamente lumezzanese.
Durante la sua vita in missione, contribuì grazie alla stima delle
autorità civili e religiose, ad edificare un collegio per le orfanelle.
In
un'altra zona dell'Ecuador, priva di assistenza religiosa, stabilì una
missione: grazie ai contributi di parenti e conoscenti italiani,
realizzò alcune cappelle e attrezzature idonee per la didattica.
Dopo
50 anni ininterrotti di missione, instancabile, decise di aprire una
missione nel cuore della foresta amazzonica. «Mia zia - ricorda commossa
- la nipote Cornelia Gnutti, rappresenta il mio punto di riferimento.
Quando faccio delle scelte, penso sempre a come avrebbe agito lei, donna
di poche parole, ma di grandi fatti».
Angelo Seneci(giornale di brescia)
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