venerdì 1 giugno 2012

Lumezzane Pronto il nuovo parco

LUMEZZANE Verrà inaugurato entro metà giugno, il parco ex-Avogadro, che la giunta ha deciso di intitolare alla lumezzanese «Suor Cornelia Bossini». L'opera, un'area di 10.000 metri quadrati, pur discussa nella sua realizzazione, verrà finalmente consegnata ai cittadini.
Una risposta concreta e importante per la riqualificazione del paese, che avrà così un'area verde di qualità, raggiungibile a piedi e in auto, vicina all'abitato, al sicuro dal traffico e dai pericoli della tumultuosa vita lumezzanese. Grande quanto due campi di calcio, l'area è in un punto nevralgico del paese e sarà uno snodo anche pedonale di collegamento tra le frazioni di Pieve, Piatucco e Fontana.
È stata acquistata dal Comune a fine 2007, con la firma della convenzione del Programma Integrato di Intervento. «La famiglia Avogadro - rimarca il sindaco Silverio Vivenzi - è storica, ma ha rappresentato la repubblica di Venezia che soggiogava i nostri territori in veste di esattori del tempo. Suora Cornelia è invece una lumezzanese che si è distinta con un percorso di vita importante».
L'idea del cambio di intitolazione è nata da un suggerimento dell'assessore alle Pari opportunità Rosanna Saleri, che ha proposto il nome di una donna per il parco. L'avvenimento avviene a 100 anni dalla nascita e a 10 dalla morte della suora, che a quindici anni, accompagnata dall'allora parroco don De Giacomi, entrò nella congregazione delle figlie di Maria Ausiliatrice, ramo femminile della famiglia salesiana.
Dopo essere stata a Torino, dove conseguì il diploma di maestra elementare, nell'ottobre 1932 realizzò il suo desiderio di andare in missione: destinazione Ecuador. In quelle terre si è distinta per la sua intraprendenza, tipicamente lumezzanese. Durante la sua vita in missione, contribuì grazie alla stima delle autorità civili e religiose, ad edificare un collegio per le orfanelle.
In un'altra zona dell'Ecuador, priva di assistenza religiosa, stabilì una missione: grazie ai contributi di parenti e conoscenti italiani, realizzò alcune cappelle e attrezzature idonee per la didattica.
Dopo 50 anni ininterrotti di missione, instancabile, decise di aprire una missione nel cuore della foresta amazzonica. «Mia zia - ricorda commossa - la nipote Cornelia Gnutti, rappresenta il mio punto di riferimento. Quando faccio delle scelte, penso sempre a come avrebbe agito lei, donna di poche parole, ma di grandi fatti».
Angelo Seneci(giornale di brescia)

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