martedì 20 novembre 2012

Sociale, il terzo settore vuole un ruolo più forte

Sono due gli elementi più rilevanti emersi dal recentissimo incontro, nella sede di Gardone della Comunità montana della Valtrompia, tra i rappresentanti istituzionali e le realtà del terzo settore valligiano (cooperative, associazioni, fondazioni) per presentare il nuovo Piano sociale triennale 2012/2014 del Distretto sanitario numero 4. Il primo, ampiamente annunciato, è dato dai sempre più risicati fondi disponibili. Il secondo, strettamente legato al primo, è rappresentato dalla volontà del terzo settore di assumere anche un ruolo decisionale nella gestione del poco denaro disponibile.
Il Piano, lo ricordiamo, è operativo dall´estate dopo l´approvazione dell´assemblea dei sindaci del Distretto dell´Asl e il sì finale della Regione. E ne hanno discusso una cinquantina di responsabili di 30 enti che alla fine hanno firmato l´adesione formale. Per il «pubblico» sono intervenuti Gabriele Zanolini e Gian Maria Giraudini rispettivamente presidenti dell´assemblea dei sindaci del Distretto e dell´Asl, affiancati dai responsabili in Comunità montana (delegata dai comuni per i servizi nel settore che gestisce attraverso Civitas srl): l´assessore Andrea Porteri e Rocco Ferraro. Al tavolo con loro Maria Cristina Saiani per il Forum del terzo dettore della Valtrompia (costituito nel 2008 con diciassette fondatori) e Margherita Rocco, portavoce di quello provinciale di Brescia. Ne è nato un confronto serrato.
I rappresentanti delle amministrazioni hanno illustrato le linee del piano ricordando che ha dovuto fare i conti con la mannaia dei trasferimenti: 1.4 milioni in meno rispetto al triennio precedente, nel quale si era potuto contare su 2,9 milioni. Un taglio netto del 50% delle risorse, nonostante il quale si è riusciti a garantire i servizi in atto privilegiando quelli domiciliari: Civitas finora è riuscita a chiudere sempre il bilancio con un piccolo ma positivo utile. Ma la novità vera è un´altra: ulteriori risorse regionali aggiuntive arriveranno non più a pioggia ma solo su «progetti» che, per essere approvati, dovranno essere innovativi, sostenibili, di breve durata e comprensoriali. Si cercherà di accedere poi, come già accade, ai bandi privati delle fondazione bancarie.
«Per questo - ha sottolineato Daniela Dalola, direttrice generale di Civitas - questo documento è un piano cornice, da riempire con progetti condivisi con tutto il terzo settore».
A questo proposito Margherita Rocco ha delineato un «manifesto» del privato sociale, con una richiesta non solo di coprogettazione (in Valtrompia il Forum ha già organizzato corsi specifici) e cogestione, ma anche con una proposta di «codecisione» al momento della destinazione delle risorse. Che è «politica» perchè il sociale ha riflessi su tutti gli altri settori. Vista la situazione giocherà poi un ruolo decisivo la diffusione del «volontariato di prossimità», quello che andando al passato si manifestava nella «solidarietà di cortile». E.BERT. bresciaoggi

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