Sono due gli elementi più rilevanti emersi dal recentissimo incontro,
nella sede di Gardone della Comunità montana della Valtrompia, tra i
rappresentanti istituzionali e le realtà del terzo settore valligiano
(cooperative, associazioni, fondazioni) per presentare il nuovo Piano
sociale triennale 2012/2014 del Distretto sanitario numero 4. Il primo,
ampiamente annunciato, è dato dai sempre più risicati fondi disponibili.
Il secondo, strettamente legato al primo, è rappresentato dalla volontà
del terzo settore di assumere anche un ruolo decisionale nella gestione
del poco denaro disponibile.
Il Piano, lo ricordiamo, è operativo
dall´estate dopo l´approvazione dell´assemblea dei sindaci del Distretto
dell´Asl e il sì finale della Regione. E ne hanno discusso una
cinquantina di responsabili di 30 enti che alla fine hanno firmato
l´adesione formale. Per il «pubblico» sono intervenuti Gabriele Zanolini
e Gian Maria Giraudini rispettivamente presidenti dell´assemblea dei
sindaci del Distretto e dell´Asl, affiancati dai responsabili in
Comunità montana (delegata dai comuni per i servizi nel settore che
gestisce attraverso Civitas srl): l´assessore Andrea Porteri e Rocco
Ferraro. Al tavolo con loro Maria Cristina Saiani per il Forum del terzo
dettore della Valtrompia (costituito nel 2008 con diciassette
fondatori) e Margherita Rocco, portavoce di quello provinciale di
Brescia. Ne è nato un confronto serrato.
I rappresentanti delle
amministrazioni hanno illustrato le linee del piano ricordando che ha
dovuto fare i conti con la mannaia dei trasferimenti: 1.4 milioni in
meno rispetto al triennio precedente, nel quale si era potuto contare su
2,9 milioni. Un taglio netto del 50% delle risorse, nonostante il quale
si è riusciti a garantire i servizi in atto privilegiando quelli
domiciliari: Civitas finora è riuscita a chiudere sempre il bilancio con
un piccolo ma positivo utile. Ma la novità vera è un´altra: ulteriori
risorse regionali aggiuntive arriveranno non più a pioggia ma solo su
«progetti» che, per essere approvati, dovranno essere innovativi,
sostenibili, di breve durata e comprensoriali. Si cercherà di accedere
poi, come già accade, ai bandi privati delle fondazione bancarie.
«Per
questo - ha sottolineato Daniela Dalola, direttrice generale di Civitas
- questo documento è un piano cornice, da riempire con progetti
condivisi con tutto il terzo settore».
A questo proposito Margherita
Rocco ha delineato un «manifesto» del privato sociale, con una
richiesta non solo di coprogettazione (in Valtrompia il Forum ha già
organizzato corsi specifici) e cogestione, ma anche con una proposta di
«codecisione» al momento della destinazione delle risorse. Che è
«politica» perchè il sociale ha riflessi su tutti gli altri settori.
Vista la situazione giocherà poi un ruolo decisivo la diffusione del
«volontariato di prossimità», quello che andando al passato si
manifestava nella «solidarietà di cortile». E.BERT. bresciaoggi
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