«La falda acquifera è malata». A
sancirlo è la «relazione» preliminare dell’Arpa, esito di un’indagine
fatta su città e provincia in vista di entrare nel vivo del progetto
«Plum» (il piano per individuare le fonti dell’inquinamento). Cromo
esavalente, solventi clorurati, Pcb e tricloroetano: sono questi i
veleni che infestano il territorio bresciano.
Per combatterli - e sulla base di un quadro scientifico ben preciso, in
cui è stata condotta una vera e propria mappatura delle zone inquinate -
l’Arpa ha pianificato una rete di 300 pozzi di controllo per
sorvegliare le cinque macro aree «rosse» e dare così la caccia non solo
agli inquinanti, di fatto già individuati, ma soprattutto ai «focolai»
della contaminazione. Intercettando quella che nel linguaggio tecnico si
chiama «sorgente» e che, in quello pratico, si traduce nell’individuare
chi (o cosa) inquina e dove.
VAL TROMPIA È stata rilevata, su più campionamenti, una contaminazione da cromo VI e da solventi clorurati.
BRESCIA L’area comunale presa in esame include il Sito
di interesse nazionale Brescia Caffaro: le indagini di
caratterizzazione effettuate dai tecnici hanno evidenziato una
contaminazione della falda da cromo esavalente, Pcb e solventi
clorurati.
DESENZANO E LONATO La lente di ingrandimento sulla
zona nasce nel 2009, quando nel corso della realizzazione di un pozzo ad
uso idropotabile, in località Montelungo, è stata rilevata «una
situazione di compromissione ambientale dovuta a un inquinamento da
solventi» si legge nella relazione dell’Arpa. Il riferimento corre alla
presenza di tricloroetano e tetracloroetilene tricloroetilene.
OVEST BRESCIANO Quattro i Comuni inserito nello
studio: Castegnato, Paderno Franciacorta, Ospitaletto e Passirano. Un
territorio molto esteso, caratterizzato «da una diffusa e storica
presenza di solventi».
EST BRESCIANO Le indagini effettuate nei Comuni di
Mazzano, Castenedolo e Montichiari hanno evidenziato «una situazione di
compromissione ambientale dovuta sempre ad inquinamento da solventi».
giornale di brescia
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