martedì 18 marzo 2014

Comune e Polizia contro il gioco d’azzardo, le misure prese

LUMEZZANE  -  
Le pene previste dal Codice Penale sui giochi d’azzardo e quelli vietati, nonché per chi li agevola, sono gravissime con il massimo edittale dell’arresto da sei mesi a due anni, con le eventuali revoche o sospensioni delle attività commerciali, causandone ad alcuni individui dediti al gioco d’azzardo gravi danni patrimoniali e psicofisici, più delle irreparabili. La nota arriva dall’assessore alla Sicurezza e Polizia locale di Lumezzane Cosimo Alemanno. Nella fattispecie la Regione Lombardia, per meglio monitorare tali fenomeni, ha emanato una Legge nuova (L. R. il 21 ottobre 2013, n.8), che detta “Norme per la prevenzione ed il trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico” (sintetizzato con la sigla GAP). Le finalità di questa legge sono quelle di prevenire e contrastare tutte le forme di dipendenza a partire dal gioco d’azzardo lecito e di recuperare le persone che ne sono affette anche mediante un supporto alle famiglie.
Gioco azzardoL’impressione che se ne ricava immediatamente deriva dalla sensazione di trovarsi di fronte ad una specie di “malattia” cronica, come l’alcolismo o ad una “dipendenza” come quella derivante da sostanze stupefacenti ed in effetti il gioco patologico è da considerarlo una vera e propria malattia che genera dipendenza. Il gioco d’azzardo ha origini antiche, infatti il termine “azzardo” deriva dall’arabo (“az-z ahr”, che significa “dado”) e si riferisce ai più antichi giochi d’azzardo fatti appunto con i dadi a sei facciate numerate da uno a sei. In generale, il giocatore d’azzardo può essere chiunque scommette danaro sull’esito di un qualsiasi evento futuro, ma occorre, peraltro, differenziare il gioco d’azzardo “illecito”, come il burago, lo chemin de fer, il poker, i dadi, la roulette, le tre carte ecc., da quello lecito, tra cui i più moderni videogiochi e le slot machines sono dotate di nulla osta. Quindi, da una parte lo Stato “lucra” con i diritti di monopolio sui giochi leciti e dall’altra deve (o dovrebbe) disincentivarne l’abuso patologico. Fatti, questi, che hanno scatenato recentemente numerose polemiche e in questo dibattito si può ben dire che la Regione Lombardia abbia precorso i tempi, essendo stata la prima tra tutte le regioni italiane che abbia varato appunto la nuova legge di contrasto alla ludopatia.
Concretamente, con essa si prevedono numerose azioni di contrasto, tra le quali, senza alcuna pretesa di completezza ed organicità espositiva, si dà risalto a vari interventi sul territorio valgobbino. Innanzitutto è stata prevista l’istituzione di un numero verde regionale per le segnalazioni e le richieste di aiuto, che deve essere affisso obbligatoriamente su ogni apparecchio per il gioco d’azzardo lecito. E’ stato predisposto il marchio regionale “No Slot” che il Comune rilascia a tutti gli esercenti che scelgono di non installare apparecchiature per il gioco d’azzardo e che, per questo, vedranno ridotta la propria aliquota Irap dello 0,92% in danno di chi le manterrà (che saranno appunto sovraccaricati della stessa misura). Sarà vietata la pubblicità di giochi d’azzardo negli spazi pubblicitari dei mezzi del servizio di trasporto pubblico locale. Sarà anche vietata la nuova collocazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito ad una distanza inferiore ai 500 metri dai “luoghi sensibili” (scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, oratori ecc.). Lorenzo Dal Lago, comandante della Polizia locale e Commerciale, insieme con il responsabile dell’ufficio Commercio, sta già adottando tutti gli atti preparatori necessari, per individuare le zone “off limits”.
Questi interventi sono non solo di sensibilizzazione, ma di formazione, osservazione e monitoraggio del fenomeno. Infatti sono previsti un Piano d’azione e un Osservatorio Regionale sulle dipendenze, ma anche interventi concreti che comportano oneri finanziari per 1,2 milioni di euro all’anno. Le varie forze di Polizia dello Stato e le Polizie locali sono state chiamate a concorrere con specifici programmi di controllo diretti alla lotta del gioco illegale ed al controllo del rispetto delle regole per quanto riguarda la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico, sia pur lecito, con la previsione di cospicue sanzioni amministrative che, peraltro, devono essere destinate soprattutto a iniziative per la prevenzione e il recupero dei soggetti patologici o in alternativa a finalità di carattere sociale ed assistenziale. Il comando di Polizia locale, oltre ad aver già promosso un convegno sulla ludopatia, ha già compiuto controlli insieme all’Agenzia dei Monopoli di Stato e delle Dogane, sequestrando alcuni apparecchi da intrattenimento “irregolari”.
Al di là della deterrenza sanzionatoria, si è profondamente convinti che si debba agire dal lato della prevenzione e in tal senso, possono essere efficaci soprattutto i familiari di colui che si è perso nel tunnel del gioco, mettendo in atto un’azione di supporto morale e di dissuasione psicologica, nonché con l’apporto del mondo dell’associazionismo, con liberali iniziative di sensibilizzazione. Il 20 febbraio scorso si è svolto un incontro sulla ludopatia all’oratorio di San Sebastiano organizzato dalla Consulta Sociale dove l’assessore Alemanno e quello alla Cultura Lucio Facchinetti hanno condiviso lo spirito dell’iniziativa con l’impegno di sostenere l’ammalato. Le istituzioni dovranno avere un ruolo fondamentale. Infatti la Regione Lombardia, tramite l’Asl, metterà a disposizione un decalogo sul gioco sicuro e responsabile ed i contenuti di un test di verifica, per una valutazione rapida del proprio rischio di dipendenza. Si spera che la sinergia di tali azioni sia un antidoto non solo al gioco patologico vero e proprio, ma che possa servire da freno a quei fenomeni, come l’usura e la malavita organizzata, che in tali ambienti attecchiscono con facilità, generando ulteriori effetti sociali disastrosi.  Scritto da 

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