C´è più di una fonte ufficiale a offrire rassicurazioni sul
miglioramento della qualità dell´acqua del torrente Gobbia, ma agli
occhi delle persone comuni la situazione di illegalità ambientale non
sembra esattamente risolta. Martedì mattina, nel tratto che scende dalle
frazioni alte della Valgobbia alcuni cittadini hanno nuovamente
segnalato uno «spettacolo» indecente.
In via Levante, dalle parti
del ponticello che collega via Calora, l´ambiente è stato ancora privato
della sua dignità. Attorno alle 10 i passanti hanno scattato delle
immagini che di certo non rispecchiamo le informazioni fornite
dall´amministrazione comunale, che nelle scorse settimane aveva
confermato il miglioramento della situazione.
A onor del vero
bisogna sottolineare che effettivamente da mesi non si verificavano
sversamenti industriali di forte impatto, e anche i cittadini che vivono
nel quartiere del Gobbia a Sarezzo hanno confermato una evoluzione
positiva. «Lo scorso anno c´è stato un periodo in cui tutti i venerdì
pomeriggio l´acqua del torrente assumeva colori imbarazzanti -
raccontano i residenti -. A fianco delle nostre finestre l´acqua in
arrivo da Lumezzane aveva tonalità che non appartengono a madre natura.
Abbiamo visto il Gobbia color ruggine, blù cobalto, giallo canarino e a
volte verde pistacchio. Ma era da un po´ che non capitava».
Insomma,
le sonde installate dall´Arpa in accordo con l´amministrazione comunale
hanno finito per rappresentare un deterrente, ma il traguardo del
rispetto della legalità è certamente ancora lontano. Una cosa è certa: i
furbi a Lumezzane non sono di certo spariti, e quando la schiuma torna a
invadere l´alveo la rabbia prende il sopravvento.
In molti
continuano a chiedersi come sia possibile che dopo anni di rilasci ci
siano ancora imprenditori impuniti che perseverano. E per
tranquillizzare gli animi serve a poco aggrapparsi alla complessa rete
fognaria valgobbina che complica le ricerche. Ma un segnale positivo
c´è: l´omertà sembra sciogliersi e qualcuno fa nomi e cognomi. M.BEN.
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