venerdì 18 ottobre 2013

Alla casa per chi è troppo fragile servono «pilastri» finanziari

«Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce»: questa metafora rappresenta perfettamente le realtà che operano nel sociale, da sempre abituate a muoversi in modo silenzioso, lontano da luci e riflettori. Tuttavia l´altra sera la cooperativa «Gaia» di Lumezzane ha deciso di rompere il silenzio e abbandonare il tradizionale understatement per lanciare un vibrante appello, che serva a sensibilizzare la cittadinanza e gli imprenditori locali.
L´ARGOMENTO è quello della realizzazione de «La Casa di Davide», la nuova comunità per persone che soffrono di disagi di natura psichica, destinata a occupare l´ultimo piano della struttura che già ospita la cooperativa «La Fontana». Il progetto persegue gli obiettivi definiti nel 2008 in una convenzione tra il Consorzio Valli e l´azienda Spedali Civili a proposito di servizi per la salute mentale: l´intento è quello di aumentare di 14 posti letto l´offerta per le persone fragili. Ma per fare questo servono soldi.
In occasione dell´incontro di mercoledì ha parlato anche il padre di Davide: «Conosco l´impegno con cui "Gaia" porta avanti il lavoro svolto e con piacere ho deciso di aderire all´iniziativa intitolata a mio figlio - racconta, tentando di nascondere l´emozione, Sandro Bonomi -. Quest´anno cade il decimo anniversario della scomparsa di Davide, ringrazio la mia famiglia e i mie fratelli che hanno condiviso con me questo impegno. Abbiamo dato una risposta a un bisogno della società, perché gli individui troppo fragili possano essere recuperati, aiutati, reinseriti in un contesto sociale. Chiedo anche l´aiuto dei lumezzanesi, ma non solo. Il paese risponde sempre alla grande a queste esigenze, sono certo che anche questa volta le aspettative non verrano deluse».
Entro le prossime settimane verranno conclusi i lavori di completamento dello stabile ed entro fine anno è prevista l´inaugurazione e la promozione di questo ambizioso progetto: il piano si colloca in un disegno che coinvolge non solo la cooperativa, ma anche tutta la comunità e in senso più ampio tutta la Valtrompia. Il costo complessivo ammonta a 500mila euro, la famiglia di Davide è arrivata addirittura a coprire la metà dei costi, per il resto serve l´aiuto di tutti.
È POSSIBILE fare una donazione libera (il codice iban è IT45N0869254680004000402707 e il bonifico va intestato a «La Casa di Davide») o aderire alla campagna «il mio dono per tre»: sarà richiesto l´impegno morale di versare un contributo (di qualsiasi importo) per i prossimi tre anni (il modulo è disponibile sul sito www.cooplume.it). C´è poi la possibilità di intitolare a qualcuno una parte della sala da pranzo, tramite una donazione di 15mila euro, oppure la camera da letto o una parte della cucina con 8mila, mentre per le sale dedicate a terapie e infermeria la somma scende a 5 mila euro. Progetto degli arredi e mobili saranno invece donati dall´azienda Ikea Italia.bresciaoggi

Marco Benasseni

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