venerdì 13 settembre 2013

Bollette azzerate col trucco Un imprenditore a processo

Manca solo l´epilogo giudiziario al caso di furto continuato di energia elettrica scoperto la scorsa primavera a Lumezzane: il protagonista della vicenda è un imprenditore valgobbino, e la storia è approdata ieri nel Tribunale di Brescia con una prima udienza. A.P., 39 anni, aveva tentato di fare il furbo alimentando gratis la sua azienda, ma gli accertamenti dell´Enel avevano permesso di smascherare il trucchetto usato per non pagare la corrente.
L´energia è da sempre un costo che incide pesantemente sui bilanci delle realtà produttive, e in seguito alla crisi e agli aumenti, il valgobbino aveva pensato di ingegnarsi. Forse «caricato» da altri colleghi e dalle associazioni di categoria, che da tempo denunciano costi energetici non più sostenibili a fronte della necessità di essere competitivi sul mercato globale, A.P. aveva pensato di limare il conto.
Ma invece di appellarsi alle fonti alternative e di investire per esempio nel fotovoltaico, il titolare dell´azienda metallurgica finita nel mirino aveva scelto un´altra strada, applicando un magnete al contatore per la misurazione del consumo e rallentando così l´indicatore. Un escamotage che gli ha garantito un risparmio dell´80% in due anni. Purtroppo per lui, però, l´azienda energetica è stata insospettita dai volumi troppo bassi se rapportati al tipo di attività, ha annusato la truffa e incaricato alcuni tecnici di un sopralluogo: al rifiuto di mostrare i contatori sono intervenuti i carabinieri di Lumezzane, e così è stato scoperto il trucco che ha permesso di sottrarre illegalmente 14 mila kW di elettricità.
Inevitabile l´arresto dell´industriale, al quale però è stata concessa la misura della detenzione domiciliare. Ma il gioco valeva davvero la candela? Economicamente parlando il mancato pagamento contestato ammonta a circa 40 mila euro non versati nell´arco di due anni e ieri, tra le vie della città molti denunciavano questo tipo di atteggiamento, ma c´era pure chi si nascondeva dietro un falso buonismo: «Viste le difficoltà che stiamo vivendo e le bollette che arrivano mensilmente in azienda - dichiarava un artigiano per ovvie ragioni anonimo - non nascondo che probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Forse avrei rischiato».
In molte occasioni, come dicevamo, gli elevati costi dell´elettricità sono stati messi sotto accusa dai leader delle associazioni di categoria, ma mai nessuno ha istigato gli iscritti a delinquere. Intanto, durante l´udienza di ieri è stato convalidato l´arresto dell´uomo e il processo è stato fissato al 14 ottobre. Meglio insomma tirare la cinghia e pagare. bresciaoggi -

Marco Benasseni

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