È stato un consiglio comunale «industriale» e soprattutto rovente a
tenere banco nelle ultime ore a Lumezzane. Protagonista assoluto o quasi
il «Pip 3», ovvero il terzo lotto della zona industriale solamente
previsto e non ancora progettato; una realizzazione che il sindaco
Silverio Vivenzi, poi fermato dalla crisi economica, ha sempre indicato
tra gli obiettivi almeno da avvicinare nel corso del suo mandato.
Ma
andiamo con ordine. Nell´ottobre scorso, un´impresa della frazione
Faidana inserita nella zona definita dal Piano di governo del territorio
come «produttiva in espansione» aveva chiesto al Comune di allargarsi
per poter continuare a svolgere la propria attività, passando dagli
attuali 645 a 1.445 metri quadrati. Ma l´allargamento dell´azienda
avrebbe comportato l´occupazione di una parte di area vincolata nel Pgt
in previsione proprio del futuro terzo lotto industriale.
Mettendo
da parte il progetto insediativo, che come dicevamo è ancora in alto
mare, la giunta ha accolto la richiesta e approvato una convenzione col
privato valida fino al 2017 per consentire alla realtà produttiva di
continuare a operare senza dover emigrare, come è successo a tanti
marchi valgobbini. Il documento è approdato anche alla commissione
Lavori pubblici, e in quella sede il tecnico di parte aveva confermato
che l´azienda avrebbe versato 500 mila euro di oneri di urbanizzazione
per permettere la costruzione del lotto, purché i lavori per il «Pip 3»
fossero iniziati nei primi 5 anni dell´intesa.
E qui nascono i
problemi, visto che nel consiglio comunale del 29 gennaio, quando il
punto era stato presentato per la prima volta (e poi modificato prima di
essere ritirato per «vizi») è emerso il paradosso. Ci hanno pensato le
minoranze, che prima hanno segnalato la «svista», e che poi, pochi
giorni fa, nell´ultimo consiglio si sono scagliate contro la delibera.
«È
impossibile che in cinque anni il terzo lotto dell´area industriale
venga costruita - hanno attaccato Matteo Zani (Pd) e Rudi Saleri (Civica
per Lumezzane) -. Il rischio è che l´azienda possa allargarsi senza
pagare gli oneri perchè il Pip ancora non c´è. E se le future
amministrazioni volessero mettere mano al progetto dovrebbero spalmare i
500 mila euro di contributi tra i privati candidati all´insediamento,
finendo per metterli in fuga».
La risposta della giunta è arrivata
dagli assessori Mario Salvinelli e Andrea Capuzzi, ma anche dal sindaco
Vivenzi. «La crisi economica ha azzerato la voglia degli imprenditori di
investire in Valgobbia - ha commentato il primo cittadino - e io mi
assumo la responsabilità di questo errore marginale».
«Il Comune
rischia di perdere 500 mila euro - ha replicato Rudi Saleri -: mi sembra
un errore grave, e quindi il sindaco prenda le decisioni opportune».
Sempre secondo le minoranze, in questa operazione avrebbe un ruolo
l´assessore all´Edilizia privata Andrea Capuzzi, indicato come
protagonista di un conflitto di interessi. Ma il diretto interessato si
smarca da ogni attacco.F.Zizzo - bresciaoggi
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