Sono partiti ai primi di gennaio dalla Valgobbia, destinazione Africa. Qualche giorno fa il rientro a Lumezzane.
I dieci volontari del «Gaim» hanno toccato con mano la realtà del
Malawi, dove, anche grazie ai contributi che puntualmente inviano da una
decina d´anni, è stato realizzato un campus a Ntcheu, gestito dalla
suore Sacramentine, con scuola, chiesa, refettorio.
Una casa per 2700 bambini.
«AIUTIAMO le suore grazie con i fondi racconti durante le nostre
iniziative - spiega Enrico Archetti, uno dei dieci -. È stato
emozionante, dopo aver visto crescere il progetto nel corso degli anni,
aver avuto la possibilità di un confronto diretto con chi
vive la realtà quotidiana dell´Africa».
Ad accogliere i ragazzi del Gaim c´erano anche tutti i bambini che
aiutano grazie alle adozioni a distanza: giovani volti che ostentano un
sorriso disarmante. L´istruzione è l´unica cosa che può garantire un
futuro alle nuove generazioni. Con 75 o 100 euro
all´anno per ogni bambino le suore riescono a provvedere ai suoi
bisogni e a far arrivare alcuni beni di prima necessità alle capanne
delle famiglie che vivono nei villaggi limitrofi al campus. Le religiose
hanno poi individuato un gruppo di 15 ragazze particolarmente
meritevoli che possono essere aiutate a proseguire gli studi
universitari con un contributo di 450 euro all´anno, da garantire per un
minimo di tre anni.
Ma c´è anche il progetto di padre Francesco Perico, che richiede invece
una cifra simbolica di 200 euro l´anno per poter adottare un bambino e
seguirlo durante tutto il suo percorso di crescita. I volontari sono poi
andati a visitare l´orfanotrofio e l´asilo
in fase di costruzione a Monkebay.
«Abbiamo dato una mano alle suore e trascorso un po´ di tempo con i
bambini della comunità - racconta una volontaria -. I ragazzi si sono
impegnati a dare una mano nei lavori di muratura e idraulica. Abbiamo
passeggiato sul lago, ci siamo persi in alcuni piccoli
villaggi, ma non eravamo mai soli perché là c´è sempre qualcuno, grande
o piccino, che ti osserva».
C´è un problema però che preoccupa i missionari che da anni lavorano per
l´Africa: il calo delle vocazioni. Tutti i progetti realizzati sono
fortemente finanziati da sovvenzioni provenienti dai paesi europei e si
teme che mancando il ricambio generazionale
sarà molto difficile trovare nuove persone in grado di garantire
continuità alle missioni. Per informazioni sulle adozioni si può
chiamare il . bresciaoggi Marco Ben.
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