giovedì 21 febbraio 2013

Il cuore della Valgobbia batte per il Malawi

Sono partiti ai primi di gennaio dalla Valgobbia, destinazione Africa. Qualche giorno fa il rientro a Lumezzane.
I dieci volontari del «Gaim» hanno toccato con mano la realtà del Malawi, dove, anche grazie ai contributi che puntualmente inviano da una decina d´anni, è stato realizzato un campus a Ntcheu, gestito dalla suore Sacramentine, con scuola, chiesa, refettorio. Una casa per 2700 bambini.
«AIUTIAMO le suore grazie con i fondi racconti durante le nostre iniziative - spiega Enrico Archetti, uno dei dieci -. È stato emozionante, dopo aver visto crescere il progetto nel corso degli anni, aver avuto la possibilità di un confronto diretto con chi vive la realtà quotidiana dell´Africa».
Ad accogliere i ragazzi del Gaim c´erano anche tutti i bambini che aiutano grazie alle adozioni a distanza: giovani volti che ostentano un sorriso disarmante. L´istruzione è l´unica cosa che può garantire un futuro alle nuove generazioni. Con 75 o 100 euro all´anno per ogni bambino le suore riescono a provvedere ai suoi bisogni e a far arrivare alcuni beni di prima necessità alle capanne delle famiglie che vivono nei villaggi limitrofi al campus. Le religiose hanno poi individuato un gruppo di 15 ragazze particolarmente meritevoli che possono essere aiutate a proseguire gli studi universitari con un contributo di 450 euro all´anno, da garantire per un minimo di tre anni.
Ma c´è anche il progetto di padre Francesco Perico, che richiede invece una cifra simbolica di 200 euro l´anno per poter adottare un bambino e seguirlo durante tutto il suo percorso di crescita. I volontari sono poi andati a visitare l´orfanotrofio e l´asilo in fase di costruzione a Monkebay.
«Abbiamo dato una mano alle suore e trascorso un po´ di tempo con i bambini della comunità - racconta una volontaria -. I ragazzi si sono impegnati a dare una mano nei lavori di muratura e idraulica. Abbiamo passeggiato sul lago, ci siamo persi in alcuni piccoli villaggi, ma non eravamo mai soli perché là c´è sempre qualcuno, grande o piccino, che ti osserva».
C´è un problema però che preoccupa i missionari che da anni lavorano per l´Africa: il calo delle vocazioni. Tutti i progetti realizzati sono fortemente finanziati da sovvenzioni provenienti dai paesi europei e si teme che mancando il ricambio generazionale sarà molto difficile trovare nuove persone in grado di garantire continuità alle missioni. Per informazioni sulle adozioni si può chiamare il  339-6027230.  bresciaoggi Marco Ben.

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