Lo spreco alimentare caratterizza
spesso la vita delle persone e delle istituzioni; ma la crisi rende
inaccettabile questa situazione, e un accordo appena siglato a Lumezzane
cercherà di riportare le cose a una situazione accettabile: in sintesi i
pasti in
eccesso non consumati dagli studenti nelle mense delle scuole
elementari «Aldo Moro» di Fontana, «Caduti per la Patria» di Pieve e
«Maestra Seneci» di San Sebastiano saranno consegnati alla Caritas
valgobbina.
La decisione è arrivata dopo l´intesa raggiunta tra l´area Istruzione
guidata da Laura Staffoni, il direttore tecnico della «Sarca catering»
(Luigi Corsini), che si occupa della distribuzione nelle scuole e
l´organizzazione umanitaria responsabile, attraverso
il servizio «Spalla a spalla» guidato da Flauzia Panada, della
fornitura di alimenti alle famiglie in difficoltà.
L´iniziativa, partita nei giorni scorsi dalle mense valgobbine, prende
spunto dalla legge 155 del 2003 definita del «Buon samaritano» che,
presa come riferimento dall´Italia, primo Paese europeo ad adottarla su
spunto di un provvedimento statunitense, dà la
possibilità ad aziende, mense e supermercati di assegnare alle onlus
per finalità sociali gli alimenti in eccesso che altrimenti andrebbero
perduti.
«Secondo le normative sull´igiene imposte dall´Asl - dicono dal Comune -
il cibo non consumato deve essere buttato; invece con questa legge
possiamo aiutare la Caritas a sostenere chi vive nel disagio». In
pratica, dal lunedì al venerdì dopo le 13 gli operatori
del trasporto addetti alle mense scolastiche riprenderanno le porzioni
in eccesso per consegnarle direttamente alla sede della Caritas di via
Umberto Gnutti. Per dare alcuni numeri bisognerà aspettare almeno un
mese, ma in media ogni giorno fino a 20 porzioni
sigillate ermeticamente possono arrivare al Villaggio Gnutti e
aggiungersi al pacchetto già predisposto per essere consumato la sera
stessa dalle 60 persone che ogni giorno bussano alla Caritas. F.Z. bresciaoggi
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