Un «viaggio» ideale all´interno di un ospedale non può che iniziare dal
pronto soccorso. Anche a Gardone, dove si attende a breve una
ristrutturazione che amplierà notevolmente gli spazi di un servizio
rivolto oggi a un bacino di utenza di circa 100 mila abitanti.
Qual´è
la situazione attuale? «Negli ultimi tre anni - riepiloga Maurizio
Poli, il direttore del servizio di emergenza - si è assistito a un
continuo incremento dell´attività con 60/70 accessi al giorno, il doppio
rispetto a 7 anni fa, quando avvenne la chiusura del servizio di
Lumezzane, e ad un incremento dei pazienti alle prese con patologie
cardio-cerebro-vascolari e degli anziani polipatologici, alle prese con
una fragilità clinica che richiede un sempre maggiore impegno medico e
infermieristico».
Il pronto soccorso rappresenta un «filtro», e dopo
il passaggio dalla struttura il tasso di ricovero nei reparti del
presidio (Medicina, Chirurgia, Ortopedia e Cardiologia) è stabile al
15%, in linea con le direttive regionali, e costituisce comunque il 70%
dei ricoveri totali del presidio. «Un risultato possibile con l´attività
diagnostico terapeutica svolta nei quattro letti di osservazione»,
aggiunge Poli.
Nel reparto urgenze di Gardone si è adottato un
modello gestionale e organizzativo che garantisce la salute dell´utente
indipendentemente dalla zona di residenza; grazie per esempio
all´integrazione con alcuni reparti specialistici dell´ospedale civile
di Brescia, che consente la cura di patologie come l´infarto miocardico e
l´ischemia cerebrale acuta. «Succede - spiegano in reparto - anche
grazie allo sviluppo della telemedicina con la trasmissione di immagini
radiologiche e neuroradiologiche, e anche con l´ausilio di webcam,
selezionando e facendo accedere in tempi utili tutti i cittadini della
valle colpiti da queste patologie urgenti alle cure specialistiche
necessarie».
«Per rispondere ai bisogni della popolazione
ultrasettantacinquenne - sottolinea ancora Poli -, che rappresenta una
percentuale considerevole dei nostri accessi, uno degli obiettivi è oggi
quello di riorganizzare l´attività dell´osservazione breve intensiva:
il processo assistenziale continuerà infatti dopo la dimissione con la
rivalutazione nell´ambulatorio, garantendo una dimissione protetta del
paziente con un percorso condiviso anche con i colleghi della Medicina,
del laboratorio e con la Geriatria di Brescia».
«Il nostro scopo è
quello di essere efficienti ed efficaci - conclude il responsabile del
servizio -, di fornire la giusta soluzione a ogni paziente attraverso
anche l´integrazione delle risorse sanitarie territoriali con quelle
della struttura ospedaliera. Tutto ciò è possibile con operatori
sanitari meritevoli e sostenitori di un modello di lavoro in team per
uniformare l´attività clinica e assistenziale, per rispondere agli
standard di qualità sanitaria e per la soddisfazione del paziente:
l´unico nostro referente». bresciaoggi Laura Piardi
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