lunedì 14 gennaio 2013

E dopo il cinema-teatro, si accese la «Lux»

Nel 1927 i tre Comuni di Lumezzane Pieve, Sant´Apollonio e San Sebastiano furono unificati, diventando un solo paese; ma le tre parrocchie continuarono la loro vita autonoma, più o meno vivace.
Era soprattutto il mondo del lavoro che preoccupava il clero e per questo, onde evitare il prevalere delle organizzazioni laiche e socialiste, i sacerdoti si erano preoccupati, già sul finire dell´Ottocento, di dare vita a Società cattoliche operaie di Mutuo Soccorso. A Pieve nel 1885 era nato il primo comitato parrocchiale aderente alla Società cattolica operaia di Val Trompia. Ma già nel 1872, per iniziativa del gesuita Rampinelli, nella costruzione voluta dalla veneranda Schola del Corpus Domini accanto alla chiesa (ora recuperata a chiesa battesimale),veniva istituito un oratorio femminile, con l´intento di formare le future madri cattoliche e, in mancanza di scuole, dare un minimo di istruzione fondamentale alle giovani. Quando si parla di oratorio femminile non si intende una struttura simile agli attuali oratori, bensì dell´organizzazione metodica della scuola di catechismo in ambiente specifico. I giovani e parecchi ragazzi, invece, molto spesso obbligati a lavorare anzitempo nelle numerose officine che stavano diffondendosi e creando le basi del futuro sviluppo artigianale e industriale della Val Gobbia, erano organizzati nel Circolo Operaio cattolico con un suo ritrovo, costituitosi a Piatucco nel 1908 per iniziativa del curato don Giuseppe Locatelli. In questo Circolo nacque il primo sindacato metallurgico per opera di don Angelo Sgritta, curato a Valle. Nel comune di Sant´Apollonio invece, già nel 1904, in condizioni economiche migliori e, forse, per una maggiore sensibilità verso l´educazione e la formazione dei ragazzi, la parrocchia aveva istituito l´oratorio maschile.
Dal 1908 al 1929 fu parroco di Pieve don Giovanni Cavallaro, che sollecitò il maestro di musica Marsilio Codini, nipote del più noto Pietro, a fondare e dirigere la banda. Dietro suggerimento e stimolo di padre Lorenzo Zubiani, oblato lumezzanese, don Giovanni ottenne dalla Superiora delle Canossiane di Bedizzole che si aprisse una loro casa a Pieve, dando così vita, su un terreno offerto da Bortolo Botti e con il contributo di Rachele Bolognini, all´asilo infantile (1926). All´asilo trovò una soluzione anche l´oratorio femminile.
Con l´avvento del nuovo parroco don Francesco Venosta (22 aprile 1930 - 1956) la vita parrocchiale fu animata da nuove iniziative: oltre alla ristrutturazione della vecchia canonica e del vecchio ambiente dell´asilo infantile, nel 1934 un campo sterrato accanto alla chiesa fu adibito a campo sportivo. Si pose mano, nel 1937, alla sistemazione delle aule di catechismo nella vecchia Disciplina.
Prima della guerra arrivò il curato don Andrea Donneschi originario di Virle Treponti. Uomo vivace e pieno di iniziative fondò, nel 1939, la Corale e iniziò a proiettare film nel salone dell´asilo infantile. Successivamente, dopo aver bloccato gli scavi per le fondamenta dell´oratorio accanto alla parrocchiale, di concerto col parroco concepì la costruzione del cinema teatro Lux su progetto dell´ingegner Vittorio Montini, in un´area più centrale, donata da Vittoria e Orsola Bolognini, dove si sarebbe verificato lo sviluppo urbanistico del paese. Il cinema teatro venne inaugurato il 7 dicembre 1952. Su quell´ampia area si sarebbero dovuti costruire anche l´oratorio e la nuova parrocchiale, ma le condizioni economiche suggerivano di procedere un passo alla volta.
La decisione di cominciare la costruzione delle opere parrocchiali dal cinema-teatro si fondava su motivazioni di carattere morale e pastorale, onde evitare l´insediamento di altre sale «laiche» in quel di Pieve e sulla prospettiva di avere una continua fonte economica per la realizzazione delle altre strutture oratoriane.
Il 12 maggio del 1956 fece il suo ingresso il parroco don Giuseppe Menassi di Capriolo. Veniva da Bienno dove, già nel 1937, era stato l´anima dell´oratorio e, negli anni Quaranta, ideatore e fondatore della Casa di riposo monsignor Damiano Zani. Forte di quelle esperienze e desideroso di incrementare gli spazi per la catechesi e il ritrovo dei giovani, affrontò il problema dell´oratorio. A dargli man forte arrivò fresco di ordinazione, nel 1957, don Franco Bonazza, che sposò la causa dell´oratorio. La sua passione per la commedia e il teatro lo portarono anche a firmare alcune rappresentazioni, messe in scena dai ragazzi e dai giovani. Con il consistente contributo della popolazione negli anni 1960-61 fu costruito il nuovo oratorio e il campo di calcio in località Piatucco, accanto al cinema Lux.
Finalmente le strutture esistevano: si trattava, ora, di renderle vive e di farne un centro per la catechesi e l´aggregazione. Cosa che avvenne puntualmente. I gravi problemi di salute che lo tormentavano costrinsero don Menassi a ritirarsi dalla parrocchia nel 1977. Morì l´anno successivo a Capriolo, suo paese d´origine.
Don Franco Turla, il nuovo parroco, fece il suo ingresso in parrocchia il 5 febbraio del 1978. La situazione della parrocchia non era delle più facili dal punto di vista pastorale, anche per dolorose defezioni avvenute all´interno del «presbiterio»; ma don Franco non si perse d´animo e incominciò ad affrontare i problemi più urgenti, a cominciare dal campo di calcio nel 1980 e, in seguito, il rifacimento quasi totale degli interni del cinema Lux. Durante il suo parrocchiato molti sono stati gli interventi sul patrimonio parrocchiale, ma un occhio particolare l´ha dedicato all´oratorio che ha visto - anche con il contributo di valenti curati come don Roberto Guardini - la ristrutturazione della Sala della Comunità Lux, dandole l´aspetto attuale (1992), e una serie di ammodernamenti nel bar e sul campo di calcio (da dimenticare la «fregatura» in seguito alla ristrutturazione per posare il «sintetico») e, in genere, su tutta la struttura che abbisogna di continue manutenzioni.
Don Piergiuseppe Sarnico (1999-2007) animò l´oratorio come il predecessore; ed ora, a Pieve dal 2007, don Giuseppe Baccanelli continua la tradizione con aggiornamenti e stimoli.
Ora don Franco se ne va in pensione e lascia un oratorio degno della comunità di Pieve.bresciaoggi 13/01/13 G.B.Muzzi

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