Nel 1927 i tre Comuni di Lumezzane Pieve, Sant´Apollonio e San
Sebastiano furono unificati, diventando un solo paese; ma le tre
parrocchie continuarono la loro vita autonoma, più o meno vivace.
Era
soprattutto il mondo del lavoro che preoccupava il clero e per questo,
onde evitare il prevalere delle organizzazioni laiche e socialiste, i
sacerdoti si erano preoccupati, già sul finire dell´Ottocento, di dare
vita a Società cattoliche operaie di Mutuo Soccorso. A Pieve nel 1885
era nato il primo comitato parrocchiale aderente alla Società cattolica
operaia di Val Trompia. Ma già nel 1872, per iniziativa del gesuita
Rampinelli, nella costruzione voluta dalla veneranda Schola del Corpus
Domini accanto alla chiesa (ora recuperata a chiesa battesimale),veniva
istituito un oratorio femminile, con l´intento di formare le future
madri cattoliche e, in mancanza di scuole, dare un minimo di istruzione
fondamentale alle giovani. Quando si parla di oratorio femminile non si
intende una struttura simile agli attuali oratori, bensì
dell´organizzazione metodica della scuola di catechismo in ambiente
specifico. I giovani e parecchi ragazzi, invece, molto spesso obbligati a
lavorare anzitempo nelle numerose officine che stavano diffondendosi e
creando le basi del futuro sviluppo artigianale e industriale della Val
Gobbia, erano organizzati nel Circolo Operaio cattolico con un suo
ritrovo, costituitosi a Piatucco nel 1908 per iniziativa del curato don
Giuseppe Locatelli. In questo Circolo nacque il primo sindacato
metallurgico per opera di don Angelo Sgritta, curato a Valle. Nel comune
di Sant´Apollonio invece, già nel 1904, in condizioni economiche
migliori e, forse, per una maggiore sensibilità verso l´educazione e la
formazione dei ragazzi, la parrocchia aveva istituito l´oratorio
maschile.
Dal 1908 al 1929 fu parroco di Pieve don Giovanni
Cavallaro, che sollecitò il maestro di musica Marsilio Codini, nipote
del più noto Pietro, a fondare e dirigere la banda. Dietro suggerimento e
stimolo di padre Lorenzo Zubiani, oblato lumezzanese, don Giovanni
ottenne dalla Superiora delle Canossiane di Bedizzole che si aprisse una
loro casa a Pieve, dando così vita, su un terreno offerto da Bortolo
Botti e con il contributo di Rachele Bolognini, all´asilo infantile
(1926). All´asilo trovò una soluzione anche l´oratorio femminile.
Con
l´avvento del nuovo parroco don Francesco Venosta (22 aprile 1930 -
1956) la vita parrocchiale fu animata da nuove iniziative: oltre alla
ristrutturazione della vecchia canonica e del vecchio ambiente
dell´asilo infantile, nel 1934 un campo sterrato accanto alla chiesa fu
adibito a campo sportivo. Si pose mano, nel 1937, alla sistemazione
delle aule di catechismo nella vecchia Disciplina.
Prima della guerra
arrivò il curato don Andrea Donneschi originario di Virle Treponti.
Uomo vivace e pieno di iniziative fondò, nel 1939, la Corale e iniziò a
proiettare film nel salone dell´asilo infantile. Successivamente, dopo
aver bloccato gli scavi per le fondamenta dell´oratorio accanto alla
parrocchiale, di concerto col parroco concepì la costruzione del cinema
teatro Lux su progetto dell´ingegner Vittorio Montini, in un´area più
centrale, donata da Vittoria e Orsola Bolognini, dove si sarebbe
verificato lo sviluppo urbanistico del paese. Il cinema teatro venne
inaugurato il 7 dicembre 1952. Su quell´ampia area si sarebbero dovuti
costruire anche l´oratorio e la nuova parrocchiale, ma le condizioni
economiche suggerivano di procedere un passo alla volta.
La decisione
di cominciare la costruzione delle opere parrocchiali dal cinema-teatro
si fondava su motivazioni di carattere morale e pastorale, onde evitare
l´insediamento di altre sale «laiche» in quel di Pieve e sulla
prospettiva di avere una continua fonte economica per la realizzazione
delle altre strutture oratoriane.
Il 12 maggio del 1956 fece il suo
ingresso il parroco don Giuseppe Menassi di Capriolo. Veniva da Bienno
dove, già nel 1937, era stato l´anima dell´oratorio e, negli anni
Quaranta, ideatore e fondatore della Casa di riposo monsignor Damiano
Zani. Forte di quelle esperienze e desideroso di incrementare gli spazi
per la catechesi e il ritrovo dei giovani, affrontò il problema
dell´oratorio. A dargli man forte arrivò fresco di ordinazione, nel
1957, don Franco Bonazza, che sposò la causa dell´oratorio. La sua
passione per la commedia e il teatro lo portarono anche a firmare alcune
rappresentazioni, messe in scena dai ragazzi e dai giovani. Con il
consistente contributo della popolazione negli anni 1960-61 fu costruito
il nuovo oratorio e il campo di calcio in località Piatucco, accanto al
cinema Lux.
Finalmente le strutture esistevano: si trattava, ora, di
renderle vive e di farne un centro per la catechesi e l´aggregazione.
Cosa che avvenne puntualmente. I gravi problemi di salute che lo
tormentavano costrinsero don Menassi a ritirarsi dalla parrocchia nel
1977. Morì l´anno successivo a Capriolo, suo paese d´origine.
Don
Franco Turla, il nuovo parroco, fece il suo ingresso in parrocchia il 5
febbraio del 1978. La situazione della parrocchia non era delle più
facili dal punto di vista pastorale, anche per dolorose defezioni
avvenute all´interno del «presbiterio»; ma don Franco non si perse
d´animo e incominciò ad affrontare i problemi più urgenti, a cominciare
dal campo di calcio nel 1980 e, in seguito, il rifacimento quasi totale
degli interni del cinema Lux. Durante il suo parrocchiato molti sono
stati gli interventi sul patrimonio parrocchiale, ma un occhio
particolare l´ha dedicato all´oratorio che ha visto - anche con il
contributo di valenti curati come don Roberto Guardini - la
ristrutturazione della Sala della Comunità Lux, dandole l´aspetto
attuale (1992), e una serie di ammodernamenti nel bar e sul campo di
calcio (da dimenticare la «fregatura» in seguito alla ristrutturazione
per posare il «sintetico») e, in genere, su tutta la struttura che
abbisogna di continue manutenzioni.
Don Piergiuseppe Sarnico
(1999-2007) animò l´oratorio come il predecessore; ed ora, a Pieve dal
2007, don Giuseppe Baccanelli continua la tradizione con aggiornamenti e
stimoli.
Ora don Franco se ne va in pensione e lascia un oratorio degno della comunità di Pieve.bresciaoggi 13/01/13 G.B.Muzzi
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