martedì 11 dicembre 2012

Tanghetti, la parola alle difese «Nessuna forma di schiavitù»

È stato il giorno delle difese. Nell´udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per la presunta riduzione in servitù da parte di Tersilla Tanghetti e di un´altra ventina d´imputati sono intervenuti gli avvocati difensori. In quella precedente, il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto il rinvio a giudizio per 20 imputati e il proscioglimento per due.
Ieri, davanti a gup Francesco Nappo e con il pm Alberto Rossi a rappresentare l´accusa, gli avvocati difensori si sono avvalsi di slide mostrate in aula a supporto delle proprie arringhe. «L´accusa di riduzione in schiavitù- è stato rimarcato più volte nell´udienza - è stata introdotta, a nostro avviso, strumentalmente per ovviare alla prescrizione dei reati meno gravi».
Attraverso le slide che sono state fatte scorrere, sono state quindi messe a confronto le dichiarazioni di alcuni testimoni per verificarne l´attendibilità. Tra quanto evidenziato il fatto che in alcune perizie psicologiche vi sono riferimenti a danni subiti per importi esorbitanti. Una valutazione che è stato detto, non rientra solitamente tra quelle di cui si occupano e perizie di questo genere. «E´ doveroso - hanno rimarcato i legali - procedere al proscioglimento da quella che è un´accusa inverosimile. E´ emerso già dagli atti che queste persone entravano ed uscivano dalla comunità. C´è gente che che ha conseguito diplomi.
«QUESTO procedimento - ha ribadito l´avvocato Felice Arco dopo l´udienza- è nato come un fiume ed è diventato un oceano. Una storia che non sembra avere limiti o confini».
L´udienza è stata aggiornata al 25 marzo prossimo. In quella data il gup Nappo, dopo repliche e controrepliche si ritirerà per la decisione relativa a richieste di rinvio a giudizio e proscioglimento. Il 6 marzo prossimo invece è in programma la discussione relativa alle richieste di processo sui presunti maltrattamenti, davanti al gup Alberto Viti. Bresciaoggi

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