È stato il giorno delle difese. Nell´udienza preliminare sulla
richiesta di rinvio a giudizio per la presunta riduzione in servitù da
parte di Tersilla Tanghetti e di un´altra ventina d´imputati sono
intervenuti gli avvocati difensori. In quella precedente, il pm Ambrogio
Cassiani aveva chiesto il rinvio a giudizio per 20 imputati e il
proscioglimento per due.
Ieri, davanti a gup Francesco Nappo e con
il pm Alberto Rossi a rappresentare l´accusa, gli avvocati difensori si
sono avvalsi di slide mostrate in aula a supporto delle proprie
arringhe. «L´accusa di riduzione in schiavitù- è stato rimarcato più
volte nell´udienza - è stata introdotta, a nostro avviso,
strumentalmente per ovviare alla prescrizione dei reati meno gravi».
Attraverso
le slide che sono state fatte scorrere, sono state quindi messe a
confronto le dichiarazioni di alcuni testimoni per verificarne
l´attendibilità. Tra quanto evidenziato il fatto che in alcune perizie
psicologiche vi sono riferimenti a danni subiti per importi esorbitanti.
Una valutazione che è stato detto, non rientra solitamente tra quelle
di cui si occupano e perizie di questo genere. «E´ doveroso - hanno
rimarcato i legali - procedere al proscioglimento da quella che è
un´accusa inverosimile. E´ emerso già dagli atti che queste persone
entravano ed uscivano dalla comunità. C´è gente che che ha conseguito
diplomi.
«QUESTO procedimento - ha ribadito l´avvocato Felice Arco
dopo l´udienza- è nato come un fiume ed è diventato un oceano. Una
storia che non sembra avere limiti o confini».
L´udienza è stata
aggiornata al 25 marzo prossimo. In quella data il gup Nappo, dopo
repliche e controrepliche si ritirerà per la decisione relativa a
richieste di rinvio a giudizio e proscioglimento. Il 6 marzo prossimo
invece è in programma la discussione relativa alle richieste di processo
sui presunti maltrattamenti, davanti al gup Alberto Viti. Bresciaoggi
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