Probabilmente sono in molti a 
sentirsi vittime di una sorta di «accanimento» finanziario: non bastasse
 la crisi, che ha contratto gli incassi, ci si mettono anche le multe 
del Comune a peggiorare le cose. Succede a Lumezzane, e i protagonisti 
di questa storia
 sono non pochi commercianti a dir poco arrabbiati per le recenti 
sanzioni ricevute da chi non ha rinnovato l´autorizzazione a esporre le 
insegne riferite alle proprie attività.
Dall´inizio dell´anno a oggi il Comune ha notificato 39 verbali per 
questo, e alcuni esercenti si sono trovati a dover sborsare 398 euro più
 le spese di notifica. Nei giorni scorsi la questione è stata sottoposta
 al comitato dei commercianti che ha cercato
 di fare chiarezza sulla normativa. Di fatto il Pgip (il Piano generale 
degli impianti pubblicitari) obbliga tutte le attività produttive 
(commercianti, artigiani e imprese) a richiedere un via libera prima di 
installare insegne o altri cartelli lungo le strade;
 e poi, ogni tre anni bisogna ripresentare la domanda anche in assenza 
di modifiche. 
E qui partono le prime osservazioni polemiche: «Non capiamo il senso di 
dover spendere circa 90 euro, tra bollettino e marche da bollo, per 
ripresentare una richiesta per una insegna che non ha subito variazioni -
 lamentano i commercianti -. Oltre alla questione
 economica c´è anche la perdita di tempo visto che l´operazione prevede 
la compilazione di alcuni documenti e di un bozzetto e fotografie per 
illustrare il cartello». 
Di fatto, in questo periodo di profonda crisi i negozianti si sentono 
vessati dai controlli da parte dei vari enti preposti. Le attività 
produttive, ricordiamolo, devono anche pagare un´imposta comunale sulla 
pubblicità all´Aipa, l´agenzia alla quale il Comune
 ha affidato il compito di riscossione. Solo chi ha un insegna che 
misura meno di 5 metri quadrati è esentato dal versamento.
E il municipio? Dal palazzo spiegano che il Pgip fa riferimento alle 
normative imposte dal Codice della strada, e che quindi non si sono 
inventati nulla di nuovo. Ma a parte la polemica esplosa per le multe 
salate e lo spauracchio di doversi mettere in regola
 il prima possibile, c´è anche un problema di scarsa informazione, 
perchè in nove attività su dieci sono all´oscuro di tutto.
Vero è che sull´autorizzazione rilasciata viene specificata la durata 
dei tre anni, ma in molti casi la documentazione è vecchia e dimenticata
 in qualche cassetto. Il comandante della polizia locale assicura che 
prima di effettuare gli accertamenti sono state
 inviate alcune lettere, ma probabilmente qualcuno non l´ha ricevuta. E 
il comitato dei commercianti ha deciso di contattare l´assessorato 
competente per organizzare una serata chiarificatrice. Da parte del 
municipio non c´è nessun obbligo di informare gli
 imprenditori sulla materia, ma visto il periodo forse sarebbe il caso 
di studiare una strategia comunicativa più umana.- bresciaoggi 01/12/12 - marco ben 
 
 
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