Le scorie radioattive di cesio 137 stipate dal 2010 in un locale isolato
della raffineria di metalli «Rivadossi» di Lumezzane Premiano sono
«tornate» in Consiglio comunale. Il caso è stato sollevato per la terza
volta in un anno ancora dal consigliere del Partito Democratico
Francesco Becchetti, che ha presentato un´interpellanza per chiedere
quando l´intera operazione sarà conclusa. «A che punto sono i lavori del
piazzale, dove la gru dovrà muoversi per spostare i "bags"? - chiede
Becchetti - e quando saranno definitivamente tombate le scorie?».
HA
RISPOSTO IL SINDACO Silverio Vivenzi che si è detto «seccato come
Becchetti» della situazione, visto che la scelta sui tempi non spetta
più al Comune, ma agli organi competenti, in particolare al tavolo
tecnico convocato dalla Prefettura. «Il 21 maggio sono terminati i
lavori per il piazzale e dall´11 giugno la ditta aspetta il via libera
per spostare le scorie - ha spiegato Vivenzi -: il 5 settembre si è
svolto l´ennesimo tavolo tecnico: la decisione spetta a questo
organismo».
Ricordiamo che nella stanza isolata e messa in sicurezza
nel capannone di via Madonnina sono stipati 80 sacchi di scorie in sei
contenitori: 150 tonnellate di materiale rispedito dalla Germania nel
2008 dopo che era stato riscontrato un forte tasso di contaminazione. Di
questi, cinque container sono a basso grado di radioattività e l´altro è
più inquinante. Dopo l´operazione di trasferimento nel bunker in
cemento armato, già costruito e pronto per ospitare il materiale in
questione, le scorie potrebbero rimanere «attive» fino a 300 anni per
quanto riguarda il contenitore più radioattivo, mentre gli altri
dovrebbero esaurire la loro carica entro il prossimo secolo. Sulla
situazione c´era stata una sollevazione popolare da parte dei valgobbini
che si ritrovano in casa una «bomba antiecologica», lamentando anche il
fatto che la «Rivadossi» ha ceduto la competenza sull´azienda a
un´altra società collegata. In Consiglio si è parlato anche delle
possibili soluzioni per trasferire il materiale, ma il sindaco ha
smentito. «In attesa di nuove disposizioni questo è l´unico modo che la
ditta può adottare - ha detto - come insegna il caso delle Acciaierie
Venete di Sarezzo che non hanno avuto il via libera per trattare le
scorie in Germania». La situazione potrebbe sbloccarsi domani quando a
Lumezzane è atteso il prefetto Narcisa Brassesco Pace per l´attribuzione
del titolo di «Città»: nell´occasione potrebbe essere consegnato un
documento ufficiale firmato da tutto il Consiglio. F.ZIZ. Bresciaoggi
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