Aziende rimaste senza ordini e costrette a chiudere; operai in cassa
integrazione e disoccupati e nessuna prospettiva positiva a breve tempo
in un´area che fino a pochi anni fa era un fiore all´occhiello
dell´industria manifatturiera. Il quadro di Lumezzane è stato riproposto
ieri nella cornice del teatro «Odeon», in occasione del convegno
allestito per parlare delle «Proposte per l´internazionalizzazione delle
imprese della Valtrompia» organizzato dal Comune con la Camera di
commercio nell´ambito del Patto di sistema per la crescita e il lavoro.
Oltre
agli imprenditori, in realtà non troppo numerosi, arrivati in via
Marconi, sono intervenuti l´assessore valgobbino alle Attività
produttive Rosanna Saleri, il sindaco Silverio Vivenzi, il presidente
della Camera di commercio Franco Bettoni, il docente di marketing
Giuliano Noci, il direttore di Pro Brixia (che cura le missioni delle
imprese bresciane all´estero) Massimo Ziletti e l´assessore allo
Sviluppo della Comunità montana Mauro Bertelli.
Le novità in campo?
Sul fronte del Patto di sistema, firmato lo scorso maggio dal Prefetto
con Università di Brescia, Camera di commercio, comuni di Lumezzane,
Concesio, Villa Carcina, Sarezzo e Gardone, Comunità montana e altri
enti economici, sono stati attivati due tavoli di lavoro
sull´occupazione, con possibili azioni di sostegno, e sulla formazione,
per collegare scuola e università alle imprese. Ma l´unica soluzione per
uscire dalla crisi, la peggiore degli ultimi 100 anni secondo Bettoni,
sembra essere quella di presentarsi insieme tra imprese all´estero
(Russia e Turchia i mercati più attraenti) e con nuove idee.
Un dato
diffuso da Bettoni lo dice chiaramente: chi ha deciso di investire
oltre i confini nazionali ha aumentato il fatturato del 7% rispetto al
2011; chi ha puntato sulla domanda interna è calato del 3%. Le imprese
valligiane custodiscono i propri prodotti all´insegna di un personalismo
sfrenato: una situazione che non aiuta nel mercato attuale, che cerca
idee e innovazione. Le produzioni eccellenti, insomma, non bastano più:
bisogna anche saper vendere. F.Z. bresciaoggi 24/10/12
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