martedì 19 giugno 2012

Povertà, in Valgobbia è emergenza

In città qualcuno fatica a crederci ma la realtà dei fatti è drammatica e poco discutibile: centinaia di famiglie lumezzanesi si mettono ormai in fila nel centro Caritas del Villaggio Gnutti per chiedere cibo. Situazioni drammatiche che fanno male agli occhi e al cuore; ma è inutile fingere che questo non accada.
Mesi fa l´organizzazione umanitaria segnalava 160 famiglie che settimanalmente bussavano alla porta per chiedere aiuti: oggi se ne contano 210 e si fatica a consegnar loro le dovute razioni di cibo e a provvedere alla richiesta di 800 litri di latte a settimana. I viveri non bastano più anche perchè la Gea (l´agenzia europea che fornisce derrate alimentari) ha tagliato alcune voci tra le quali appunto il latte.
«Sono soprattutto gli stranieri che hanno bisogno», rumoreggiano per le vie della Valgobbia. «Niente di più inesatto - replica la presidente Flauzia Panada -. Molti stranieri in difficoltà hanno fatto rimpatriare le famiglie preferendo salvaguardare il contesto sociale presente nel Paese d´origine; quindi la maggioranza delle richieste arriva proprio dai nostri concittadini».
Fondamentale per l´operazione sostegno l´aiuto di alcuni privati, industriali e associazioni che in qualche modo cercano di contribuire con alimenti e denaro; ma il cibo è poco e purtroppo i volontari si trovano ad affrontare un compito ancora più angosciante: verificare le condizioni di reddito prima di garantire aiuti a chi è già in difficoltà solo per il semplice fatto di trovarsi in coda per pane e formaggio.
«La situazione è delicata perchè ci troviamo a prestare sostegno anche ai vicini di casa, a quelle persone che mai avremmo pensato e che invece sono in difficoltà - continua Panada -. Ci vogliono grande sensibilità e un´adeguata formazione per gestire i diversi servizi che offriamo».
La distribuzione di alimenti, gestita da 60 volontari, avviene su sei giorni alla settimana per due ore giornaliere, che poi diventano sempre 3 o 4. Ci sono poi il centro d´ascolto, gli animatori che intrattengono i bambini mentre i genitori sono in fila e gli addetti alle visite familiari che vanno a verificare con mano una povertà dilagante.
La mancanza di giudizio, la riservatezza e la discrezione sono le caratteristiche principali per diventare volontari. È poi necessario affrontare un colloquio per capire dove inserire il candidato in base alle competenze e alle caratteristiche. Nelle prossime settimane partiranno due nuovi progetti a sostegno delle famiglie: il microcredito e un fondo per sostenere i nuclei di disoccupati.(BRESCIAOGGI M.BEN)

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