LUMEZZANE Sos Caritas. La povertà morde al di là dell'immaginabile. E non
si tratta di rinunciare a «qualche cosa» di rinunciabile, ma di fame.
Da 160 di qualche mese fa, sono salite a 210 le famiglie lumezzanesi che
settimanalemnte bussano alla Caritas per ricevere alimenti, ma si è
oltre le possibilità di soddisfarle tutte. Così si sta verificando quali
nuclei familiari abbiano un minimo di reddito per tagliare loro i
viveri. Un compito angosciante, rivela la presidente Flauzia Panada. Ma
ci pensate, nella Lumezzane che ha rivoltato ricchezza per
cinquant'anni, tagliare il cibo a chi ne ha già poco per poterlo offrire
a chi non ne dispone affatto? La distribuzione avviene su sei giorni
alla settimana per due ore giornaliere che diventano sempre tre per la
ressa nei locali, ormai insufficienti, della Caritas. I 60 volontari -
quattro per turno - fanno tutto il possibile. Ma ne occorrerebbero
altrettanti. In tutto, per ora, sono un centinaio coi dodici operatori
del centro d'ascolto il giovedì, gli animatori che accolgono i bambini
mentre i genitori sono in fila alla distribuzione, gli addetti alle
visite familiari per toccare da vicino la povertà dilagante. I viveri
non bastano più, anche perché la Gea, (l'agenzia europea che fornisce
derrate alimentari) ha tagliato diverse voci, tra cui il latte: «Siamo
costretti ad acquistarlo - dice la Panada - ma non riusciamo a disporre
dei necessari 800 litri settimanali. Una mamma, con un velo agli occhi,
ha confessato che il latte della Caritas basta per tre giorni, nei
restanti manda a scuola la bambina con un bicchiere... d'acqua».
Un
pensiero insopportabile, reso meno crudo da coloro che alimentano una
generosità quanto mai provvida, pur in tempi tanto difficili. C'è
l'industriale che fornisce la carne, quello che offre il latte, i fornai
lumezzanesi per il pane fresco, i supermercati pronti al meglio, ma la
marea dei bisognosi monta a dismisura. «Adesso - racconta ancora la
presidente - vengono da noi le famiglie della porta accanto. Sono i
vicini e ci ritroviamo imbarazzati, oltre che in angoscia. Giovani padri
di famiglia col mutuo incalzante, i bambini e non ce la fanno. Noi non
vogliamo fermarci alla pasta e al pomodoro, cerchiamo di acquistare
uova, formaggio, alimenti più nutrienti...». La Lumezzane d'un passato,
neppur lontano, pativa la fame e però mai si sarebbe accettato il
pensiero d'un suo ritorno. Per questo la generosità già alta è chiamata a
superarsi.
Egidio Bonomi(giornale di brescia)
Nessun commento:
Posta un commento