martedì 22 maggio 2012

Un «patto» per affrontare la crisi

Crisi che non molla la presa? In Valtrompia la via d´uscita possibile dalle sabbie mobili e per l´organizzazione del rilancio economico c´è e ha già un nome: si tratta del «Patto di sistema per la crescita e il lavoro», un progetto veicolato dal Comune di Lumezzane il cui protocollo d´intesa è stato sottoscritto ieri pomeriggio, davanti al prefetto di Brescia, da un numero consistente di altri comuni del territorio, oltre che da altri enti dislocati tra città e valle.
L´obiettivo è manifesto: dare un´impennata al sistema produttivo territoriale servendosi di strategie e programmazioni condivise per ridefinire quella mentalità industriale solida e «collettiva» che aveva fatto grande la Valtrompia nel mondo. Salvo poi scemare con l´avvento dei tempi bui. «In questi ultimi anni sono mancate tante, troppe cose al nostro territorio - ha esordito il sindaco di Lumezzane Silverio Vivenzi -. E oggi, firmare il patto traduce prima di tutto la volontà di rialzarsi, inseguendo un´intenzione comune». Ovvero il riassetto socioeconomico di un´area le cui principali macro priorità sulle quali intervenire sono state individuate nella gestione del marketing territoriale (da migliorare), nel digital divide (da smussare); nella burocrazia (con tempi e pratiche autorizzative da snellire) e in seno a una relazione tra scuola e impresa da rendere più effervescente e concreta. Senza dimenticare la necessità di promuovere e incentivare l´innovazione, troppo spesso ingabbiata in sistemi gestionali arrugginiti.
Tra le altre finalità descritte dal patto non è meno importante la proposta di creare reti d´impresa nelle filiere presenti sul territorio, favorendo così sia l´attivazione di partnership locali, sia l´apertura all´insediamento di imprese extra territoriali intenzionate a investire in attività connesse alle stesse filiere. Ampio l´elenco dei firmatari del patto: partendo dai comuni di Concesio, Gardone, Sarezzo e Villa Carcina (oltre naturalmente a Lumezzane), e passando per la Comunità montana, l´Università degli studi di Brescia e la Camera di commercio, enti che si propongono di garantire un sostegno efficiente nella realizzazione dei diktat strategici sottesi al protocollo. Nel quale figurano ulteriori realtà come le associazioni bresciane degli artigiani, dei commercianti e industriale; e ancora: Apindustria, Confartigianato, Confesercenti e Consorzio armaioli italiani.
Tutti uniti con l´obiettivo di partire attuando i tre punti chiave indicati dal presidente della Camera di commercio Francesco Bettoni: «Accesso al credito, internazionalizzazione e marketing territoriale». (bresciaoggi e.zupelli)

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