Crisi che non molla la presa? In Valtrompia la via d´uscita possibile
dalle sabbie mobili e per l´organizzazione del rilancio economico c´è e
ha già un nome: si tratta del «Patto di sistema per la crescita e il
lavoro», un progetto veicolato dal Comune di Lumezzane il cui protocollo
d´intesa è stato sottoscritto ieri pomeriggio, davanti al prefetto di
Brescia, da un numero consistente di altri comuni del territorio, oltre
che da altri enti dislocati tra città e valle.
L´obiettivo è
manifesto: dare un´impennata al sistema produttivo territoriale
servendosi di strategie e programmazioni condivise per ridefinire quella
mentalità industriale solida e «collettiva» che aveva fatto grande la
Valtrompia nel mondo. Salvo poi scemare con l´avvento dei tempi bui. «In
questi ultimi anni sono mancate tante, troppe cose al nostro territorio
- ha esordito il sindaco di Lumezzane Silverio Vivenzi -. E oggi,
firmare il patto traduce prima di tutto la volontà di rialzarsi,
inseguendo un´intenzione comune». Ovvero il riassetto socioeconomico di
un´area le cui principali macro priorità sulle quali intervenire sono
state individuate nella gestione del marketing territoriale (da
migliorare), nel digital divide (da smussare); nella burocrazia (con
tempi e pratiche autorizzative da snellire) e in seno a una relazione
tra scuola e impresa da rendere più effervescente e concreta. Senza
dimenticare la necessità di promuovere e incentivare l´innovazione,
troppo spesso ingabbiata in sistemi gestionali arrugginiti.
Tra le
altre finalità descritte dal patto non è meno importante la proposta di
creare reti d´impresa nelle filiere presenti sul territorio, favorendo
così sia l´attivazione di partnership locali, sia l´apertura
all´insediamento di imprese extra territoriali intenzionate a investire
in attività connesse alle stesse filiere. Ampio l´elenco dei firmatari
del patto: partendo dai comuni di Concesio, Gardone, Sarezzo e Villa
Carcina (oltre naturalmente a Lumezzane), e passando per la Comunità
montana, l´Università degli studi di Brescia e la Camera di commercio,
enti che si propongono di garantire un sostegno efficiente nella
realizzazione dei diktat strategici sottesi al protocollo. Nel quale
figurano ulteriori realtà come le associazioni bresciane degli
artigiani, dei commercianti e industriale; e ancora: Apindustria,
Confartigianato, Confesercenti e Consorzio armaioli italiani.
Tutti
uniti con l´obiettivo di partire attuando i tre punti chiave indicati
dal presidente della Camera di commercio Francesco Bettoni: «Accesso al
credito, internazionalizzazione e marketing territoriale». (bresciaoggi e.zupelli)
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