venerdì 4 maggio 2012

Lumezzane snodo della maxi frode fiscale

Un «vortice» di fatture per operazioni inesistenti prodotte da una vera e propria costellazione di aziende create solo ed esclusivamente per produrre documentazioni contabili false.
IL COSMO DELLA FRODE fiscale portata alla luce dalla Guardia di Finanza di Brescia ruotava attorno a una società specializzata nel commercio di rottami di Lumezzane che, creando di volumi di Iva a credito in realtà mai versata, era riuscita a dedurre illegalmente 8,5 milioni di euro.
Il meccanismo illegale ormai «collaudato» soprattutto nella nostra provincia, dove proliferano le aziende della filiera dei metalli, viene di volta in volta perfezionato dai registi delle frodi per eludere i controlli delle fiamme gialle.
Nel caso dell´azienda valgobbina, per esempio, le società «cartiere», spesso dalla breve vita operativa, si intrecciavano in un complesso dedalo di ragioni sociali. Ma gli agenti della Polizia tributaria hanno seguito ogni rivolo di contabilità ricostruendo il mosaico della frode.
L´accertamento completato nei giorni scorsi rappresenta un´evoluzione di una complessa attività di indagine avviata sotto l´egida della Procura di Brescia alla fine del 2011.
In quell´occasione, sulla scorta delle verifiche delle fiamme gialle, era stato disposto il sequestro di 15 immobili, un terreno edificabile, un´autovettura di lusso, due moto e un rimorchio. Tutti beni del titolare dell´azienda di Lumezzane.
I controlli incrociati su fatture, registri di carico delle merci, documenti fiscali e modelli di versamento dell´Iva sono proseguiti per oltre quattro mesi fino all´epilogo dei giorni scorsi, quando la polizia tributaria ha tirato le somme. Alla fine, come detto, sono stati scoperti circa 8,5 milioni di euro di costi indebitamente dedotti dal reddito imponibile, in quanto documentati da fatture fittizie.
LE FIAMME GIALLE hanno inoltre contestato al contribuente un´evasione di Iva per circa 1,7 milioni di euro e omessi versamenti Irap pari a circa 360 mila euro. Il meccanismo scoperto è sempre quello, alla cui base figura appunto la «cartiera». È un´azienda esistente solo sulla carta e... per la carta, dal momento che la sua «mission» è quella di produrre carta e nulla più.
SI TRATTA PERÒ di fogli, di pezzi di carta prodotti su scala industriale, che da un punto di vista contabile prima e poi, solitamente, investigativo, hanno una notevole rilevanza. L´emissione di false fatture consente alle aziende che producono realmente di comprarne al fine di utilizzarle per detrarre costi dal fisco. Servono inoltre per coprire l´acquisto di rottami in nero. Una duplice funzione che, soprattutto in tempi di crisi, finisce per danneggiare l´intero comparto economico.
LA FRODE FISCALE imperniata sulla falsa fatturazione non rappresenta soltanto un danno all´Erario ma anche uno strumento di concorrenza sleale, dal momento che i prezzi di chi froda il fisco sono inevitabilmente più bassi del mercato. (BRESCIAOGGI)

Mario Pari

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