mercoledì 30 maggio 2012

Lumezzane Gli ultranovantenni sfondano quota 300

LUMEZZANE Vecchi? Non è politicamente corretto. Anziani? Uhmm. Facciamo «diversamente giovani». Non altra definizione si può coniare davanti agli oltre trecento ultranovantenni di Lumezzane, con inchino d'obbligo per le 240 signore che sovrastano ampiamente i maschi.
Un dato consolante che dà conto d'un paese per vecchi, oltre che per giovani (tremila solo quelli in età scolare). La paura fa novanta, recita un antico adagio, ma superata la quota, la paura sfuma; sì perché i titolari di tanta età sono quasi tutti autosufficienti e con interessi che li tengono attivi. Ne è testimone diretta la First Lady, Jose Vivenzi, consorte del sindaco Silverio.
Infatti a Lume, forse caso unico nel... mondo, al compimento del novantesimo anno, il longevo cittadino si vede arrivare in casa la signora Jose che porta una tisaniera in omaggio e la lettera d'auguri del sindaco.
La sorpresa del festeggiato/a è immensa: «Come fa il sindaco a sapere che compio gli anni?» è l'ingenua domanda lanciata pressoché da tutti, dimentichi che esiste l'anagrafe, anzi «la Nagrafe» come ha scritto qualcuno.
La messaggera, di buon grado, si siede, accetta il caffé e si dispone all'ascolto. È sorprendente la voglia di raccontare dei neonovantenni: storie personali, gli acciacchi, gli interessi ancora vivi, l'orto, i giorni ganzi e quelli sgonfi, il governo, le tasse... una devozione alla vita che non finisce di commuovere.
Non solo attenzione ai «diversamente giovani» però: anche verso i neonati s'intesse il momento degli auguri. La signora Jose, ad ogni lieto evento, visita la fresca mamma con la lettera di benvenuto del primo cittadino al nuovo arrivato in questa valle (con un po' di lacrime certo, altrimenti sarebbe senza sale), un servizio di prodotti per la prima pappa (rigorosamente made in Lume, come la tisaniera) e la carta bimbo che porta uno sconto fino al 20 per cento in tutte le farmacie lumezzanesi e nei negozi convenzionati.
Dalla culla ai cento anni, si potrebbe dire, con la consolazione di chi arriva - vista la quasi crescita demografica zero della Valgobbia - e l'esperienza adulta della storia, personale e oltre, spicciola e grande, legata al gruzzolo di memorie di testimoni e, in qualche modo, eroi del loro tempo.
Come dicono i colleghi francesi: «heureux qui comme Ulysse a fait un beau voyage», felice chi come Ulisse ha fatto un buon viaggio. Lungo più di novant'anni.
Egidio Bonomi (giornale di brescia)

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