LUMEZZANE Vecchi? Non è politicamente corretto. Anziani? Uhmm. Facciamo
«diversamente giovani». Non altra definizione si può coniare davanti
agli oltre trecento ultranovantenni di Lumezzane, con inchino d'obbligo
per le 240 signore che sovrastano ampiamente i maschi.
Un dato
consolante che dà conto d'un paese per vecchi, oltre che per giovani
(tremila solo quelli in età scolare). La paura fa novanta, recita un
antico adagio, ma superata la quota, la paura sfuma; sì perché i
titolari di tanta età sono quasi tutti autosufficienti e con interessi
che li tengono attivi. Ne è testimone diretta la First Lady, Jose
Vivenzi, consorte del sindaco Silverio.
Infatti a Lume, forse caso
unico nel... mondo, al compimento del novantesimo anno, il longevo
cittadino si vede arrivare in casa la signora Jose che porta una
tisaniera in omaggio e la lettera d'auguri del sindaco.
La sorpresa
del festeggiato/a è immensa: «Come fa il sindaco a sapere che compio gli
anni?» è l'ingenua domanda lanciata pressoché da tutti, dimentichi che
esiste l'anagrafe, anzi «la Nagrafe» come ha scritto qualcuno.
La
messaggera, di buon grado, si siede, accetta il caffé e si dispone
all'ascolto. È sorprendente la voglia di raccontare dei neonovantenni:
storie personali, gli acciacchi, gli interessi ancora vivi, l'orto, i
giorni ganzi e quelli sgonfi, il governo, le tasse... una devozione alla
vita che non finisce di commuovere.
Non solo attenzione ai
«diversamente giovani» però: anche verso i neonati s'intesse il momento
degli auguri. La signora Jose, ad ogni lieto evento, visita la fresca
mamma con la lettera di benvenuto del primo cittadino al nuovo arrivato
in questa valle (con un po' di lacrime certo, altrimenti sarebbe senza
sale), un servizio di prodotti per la prima pappa (rigorosamente made in
Lume, come la tisaniera) e la carta bimbo che porta uno sconto fino al
20 per cento in tutte le farmacie lumezzanesi e nei negozi
convenzionati.
Dalla culla ai cento anni, si potrebbe dire, con la
consolazione di chi arriva - vista la quasi crescita demografica zero
della Valgobbia - e l'esperienza adulta della storia, personale e oltre,
spicciola e grande, legata al gruzzolo di memorie di testimoni e, in
qualche modo, eroi del loro tempo.
Come dicono i colleghi francesi:
«heureux qui comme Ulysse a fait un beau voyage», felice chi come Ulisse
ha fatto un buon viaggio. Lungo più di novant'anni.
Egidio Bonomi (giornale di brescia)
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