martedì 8 maggio 2012

Lumezzane Dai rubinetti alle 100 arnie

Dai rubinetti alle api o, se si vuole addolcire, dall'ottone al miele. Così Renato Ambrosi, ex imprenditore tra i metalli, oggi è diventato imprenditore alimentare.
«Non ne potevo più di rubinetti - sbotta liberando un'emozione - così ho lasciato l'azienda ai figli, che se la vedano loro. Io ho ascoltato la passione per le api che già seguivo coi miei nonni a Marmentino, quand'ero ragazzo».
Un momento, Ambrosi (destino dei nomi: con l'aggiunta di un «oli» farebbe... Ambrosoli, re del miele) agghinda un hobby, d'accordo, ma, appunto, da imprenditore.
Produce miele dalle sue cento arnie, lo raffina in laboratorio, lo conserva in lustri recipienti inox, lo confeziona in vasetti disposti in ordine teutonico su scaffali metallici a seconda dei vari tipi di miele: di castagno lumezzanese, dice con orgoglio, acacia, mandorlo, ciliegio; raro quello di cicoria; per ottenerlo porta le api fino agli Appennini dove tale verdura abbonda.
Finalmente poi il prodotto è pronto per i negozi e i privati che lo accostano nella sua grande casa in Faidana.
Qui possiede una valletta tutta verde dove, accanto alle arnie, è allestito un giardino zoologico in cui un pavone maestoso circola sornione e, di quando in quando, urla il suo canto sgraziato; poi galline, pulcini pigolanti, fagiani, tortore, oche, anatre, libere di sguazzare nel laghetto; in un cantone recintato scalpitano due cavalli, passione della figlia di Ambrosi. In altro recinto ampio e arioso, i cani... insomma, uno zoo domestico, meta di molte classi materne ed elementari dato che i bambini di questo tempo urgente e, spesso, innaturale, conoscono gli animali in fotografia o, relativamente ai polli, in... cucina, quando giallastri e decapitati, sono pronti per la cottura. Unico guaio, sospira Ambrosi, ogni tanto la volpe salta l'alta recinzione e fa razzia.
Però, obietto sommessamente, cento arnie sono tante, dove trova... i fiori per tutte le api? Semplice: Ambrosi prende le sue cassette e le trasporta alla Bassa, inseguendo le eterne cadenze della fioritura primaverile. Che so, prima i mandorli, poi i ciliegi, i peschi, i pruni e via profumando l'aria.
A fioritura terminata, riporta le api... all'ovile, pardon, all'apile. Quando il miele è pronto inizia la raccolta nel rispetto di tutte le norme che presiedono tale produzione.
Insomma, una micro azienda con quanto l'avvolgente burocrazia allaccia e stringe. Impresa all'insegna della golosità confermata dalla targa metallica all'imbocco della stradetta che porta al laboratorio, con la scritta «Apicoltura Ambrosi»: capta subito l'attenzione perché un agricoltore a Lumezzane è strano un po' come lo sarebbe un eschimese nel Sahara.
Domanda tipica di chi vive in questa valle ribollente (lo è, ancora e sempre, crisi o no): si potrebbe vivere con le sole api? Ambrosi dice che sì, è possibile.
E fa pensare che non è necessario inseguire sogni di ricchezza per mordicchiare un pizzico di felicità quotidiana. I rubinetti, ormai lontano ricordo, l'ansia scalciata, per seguire una passione. Dolce come il miele.
Egidio Bonomi (giornale di brescia)

Nessun commento:

Posta un commento