venerdì 25 maggio 2012

La Bugatti Plastica torna a casa

LUMEZZANE Più di 430 aziende hanno lasciato Lumezzane, ma c'è anche chi ritorna. È la storia (significativa) dei fratelli Amedeo e Lucio Bugatti che stanno ristrutturando il vecchio stabilimento per installarvi una produzione al di fuori dei filoni tradizionali lumezzanesi.
Nel 1963 i quattro fratelli Bugatti davano vita alla Valvosanitaria, manco a dirlo, rubinetti e valvole. Nell'84 avveniva il trasferimento a Castegnato. Nel 1972 la fraterna costitutiva la Bugatti Ricambi per pompe d'auto e si installava nei capannoni della vecchia Snae, oggi scomparsi per far posto al (discutibile) Centro Nöàl. Otto anni dopo anche questa attività si trasferiva a Castegnato. Nell'87 avveniva una prima scissione: due fratelli mantenevano la rubinetteria, altri due (Amedeo e Lucio) i ricambi d'auto. Nel 1975, Amedeo, fresco ragioniere, si era trasferito a Cambridge per perfezionare l'inglese e accostare nuovi metodi commerciali, e si diplomava.
Al ritorno le vendite cadevano sulle sue spalle. Nel 2005 l'ultima scissione: Castegnato resta in mano al cugino Paolo, Amedeo e Lucio tengono il 50% dell'Alpha Pompe di Maclodio (l'altra metà è del Gruppo Siral, di Sebastiano Saleri). I due non se ne stanno con le mani in mano. Sondano un nuovo settore nel mondo delle materie plastiche e fondano la Bugatti Plastica. Intanto il vecchio stabilimento di Via Industriale, a Lume, dopo essere stato affittato per alcuni periodi a due imprenditori locali, era rimasto vuoto e in lento deperire. Amedeo e Lucio, volutamente e per la prima volta, diventano terzisti. Nel 2006 allestiscono un'officina di 1500 mq in quel di Pieve, nell'ex azienda Spini. Produzione la più varia, ma tutta specializzatissima, in testa parti non metalliche di armi, sportive e non. Per dire, il calcio e lo scheletro del mitra M16 americano. I Bugatti seguono le esigenze dei clienti in toto: studiano il progetto col committente, costruiscono gli stampi e poi il prodotto. Ora hanno allo studio una pistola speciale. Il tutto pienamente certificato.
Che fare, però della vecchia officina di Via Industriale? Ecco il ritorno: su amabile insistenza anche del papà dei due fratelli, Emilio, oggi 86enne, decidono di ristrutturare lo stabilimento che li vide nascere e, di fatto, tornare a Lume, assecondando un forte moto affettivo.
A fine anno avverrà il trasferimento nella nuova sede, salvo ritardi altrui: «Da cinque mesi - lamenta Amedeo - stiamo aspettando l'energia elettrica dall'Enel. Per trent'anni ho fatto il pendolare, ora ci sistemiamo nella nostra sede storica con i vantaggi della manodopera locale, ben predisposta, più operativa, e dei servizi che la valle offre in tempo reale. Abbiamo voluto staccarci dai metalli per creare prodotti più flessibili, leggeri, come maniglie, sifoni, raccordi per scarico delle acque, pozzetti di scarico e, in eccellenza, le parti leggere delle armi che poi, ad esempio, vengono assemblate negli Stati Uniti. Ora stiamo entrando anche nel settore autoveicoli. Sono pronti gli stampi dei prototipi e pensiamo di darci sicurezza lavoro per i prossimi tre-quattro anni. Abbiamo voluto tirarci fuori del furore delle quantità. Il nostro motto potrebbe essere: poco e ben fatto e, ovviamente, giustamente remunerato».
La Bugatti Plastica, attualmente, occupa venti dipendenti. Destinati a salire nel rinnovato spazio (3500 metri quadri) della vecchia, gloriosa officina. (giornale di brescia)

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