mercoledì 7 marzo 2012

Nel bunker di Lumezzane messa in sicurezza lampo

Entro giugno sarà disinnescata la «bomba» radiottiva su cui è seduta Lumezzane. Il cronoprogramma della bonifica delle scorie contaminate da cesio 137 stoccate nel bunker della «Rivadossi Metalli» avrà dunque tempi record anche grazie all´efficienza del Tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura. Gli scarti saranno collocati nella vasca impermeabile in cemento armato già pronta accanto allo stabilimento. Un «sarcofago» che azzererà ogni potenziale rischio di fuga radioattiva. L´aggiornamento sul percorso di messa in sicurezza della «discarica» aziendale è stato illustrato nell´ultima seduta del Consiglio comunale. A portare il tema in aula un´interpellanza firmata dall´esponente del Pd Francesco Becchetti. Prima del trasferimento delle scorie, però, bisogna attendere che sia pronto il piazzale esterno dove una gru potrà muoversi liberamente per la delicata operazione. «Lo spiazzo - ha confermato il sindaco Silverio Vivenzi - sarà pronto entro maggio. Poi in pochi giorni si procederà allo spostamento dei bags». Attualmente, custoditi in sicurezza si trovano sei container da 150 tonnellate di materiale contaminato dal cesio che nel 2008 venne rispedito al mittente in Valgobbia da un´azienda di Duisburg, in Germania, che aveva riscontrato un tasso di radioattività in alcuni pani di ottone lavorati dall´azienda di via Madonnina. La bonifica sarà conclusa ben prima del 2013, scadenza inizialmente fissata dal tavolo tecnico. «I tre anni - ha spiegato il primo cittadino - è il tempo massimo che la Prefettura dà per legge, ma abbiamo sollecitato la Rivadossi ad accelerare l´operazione».
LE SCORIE PIÙ CONTAMINATE rimarranno stoccate per decenni. Strade alternative? In Consiglio comunale si è parlato anche del piano di smaltimento (ancora non approvato) presentato in Prefettura dalle Acciaierie Venete di Sarezzo che prevede di affidare il materiale a una ditta specializzata in Germania. Anche lì, infatti, nel 2007 si era verificato un problema con dei rottami contaminati. «La Rivadossi si era mossa prima dell´azienda di Sarezzo per cercare altre soluzioni - ha spiegato ancora il sindaco - ma non avrebbe avuto le necessarie garanzie di sicurezza per spostare tutto il carico».
Se dovessero aprire siti di stoccaggio esterni o spuntassero soluzioni alternative, la Rivadossi è pronta a percorrerli. Intanto, sono stati fatti altri sopralluoghi per verificare la sicurezza del lavoro in azienda. L´ultimo è stato il 27 febbraio quando non sono stati segnalati problemi.FABIO ZIZZO

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