venerdì 24 febbraio 2012

A lezione nel laboratorio di Oreste

Giornale di Brescia
venerdì 24 febbraio 2012


Lo scultore Pezzola ha ospitato per tre incontri tre classi della «Terzi Lana»

Quando la scuola è attenta a quanto accade sul territorio, nascono incontri che possono lasciare il segno. Questo potrebbe essere la ragione che ha spinto tre classi della scuola media «Terzi Lana» di S. Apollonio, con circa 55 alunni, a incontrare un ex artigiano, ora scultore ed artista. Parliamo di Oreste Pezzola, 86 anni a settembre, ancora in piena forma e sempre al lavoro. «In un primo incontro un professore mi ha chiesto se poteva fare visitare il mio laboratorio ai suoi alunni. Ho accettato con entusiasmo» ha raccontato Pezzola.
Tre appuntamenti, la scorsa settimana, nel piccolo spazio del laboratorio, dove hanno trovato posto tutti gli alunni. «Ho iniziato a lavorare fin dagli 11 anni, come idraulico - ha ricordato ai ragazzi Pezzola -. Mio papà era stato chiamato alle armi e ho dovuto pensare io alla famiglia. Ho fatto solo la prima avviamento al lavoro, senza poter andare oltre».
La fortuna «bacia» però i volonterosi e così è stato per Pezzola, che a 14 anni cominciò a destreggiarsi come tornitore, fresatore e attrezzista. Al tempo, nella Bassa Bresciana, sua terra d'origine, l'azienda dove era impiegato lavorava per i tedeschi. «Furono loro che mi suggerirono, nei primi giorni del 1945, di trovare una via per evitare di andare a finire in Germania. Mi sono dato alla macchia fino al 25 aprile. Poi sono arrivato a Lumezzane, ho conosciuto quella che poi sarebbe diventata mia moglie, ho aperto un officina e ancora oggi con i miei ex-dipendenti ci troviamo una volta all'anno».
I ragazzi hanno seguito con grande attenzione il racconto di Pezzola e hanno visitato con piacere la sua galleria, dove si trovano calchi di busti pronti per essere conclusi, od opere già complete. L'ultima realizzazione è proprio lo stemma del Comune di Lumezzane, insieme a quello della Confartigianato, di cui Pezzola è stato importante componente per tanti anni.
Quanto all'incontro coi ragazzi, Pezzola è rimasto sorpreso. «Nessuno di loro mi ha chiesto di venire ad imparare a lavorare, a garantire la continuità di una passione. Ho dedotto che oggi tutti stanno troppo bene e non pensano ad imparare un mestiere. Ma la fortuna e la qualità di una persona non si fanno solo con lo studio, ma anche con il lavoro. Certo, occorre sacrificio, lo stesso che mi spingeva, dopo l'orario di lavoro nell'officina a frequentare la scuola dello scultore Gino Casari, per tre sere alla settimana e la domenica mattina». Un sacrificio ricompensato dalla soddisfazione di avere le proprie opere dislocate in Valgobbia, oltre a due ospitate nella Santa Sede.
Angelo Seneci 

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