Edmondo Bertussi
Il Natale 2011 non offrirà alcuna occasione di festa al personale e soprattutto agli utenti dell´ospedale di Gardone Valtrompia. Nel giorno dell´antivigilia (il 23) il «punto nascita» nel nosocomio valligiano cesserà di esistere. Continuerà a funzionare l´unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, anche con l´inserimento di nuove prestazioni come lo screening cromosomico, e la donazione del sangue del cordone ombelicale. Ma niente più nascite. Così le donne in attesa potranno eseguire qui i controlli pre e post parto, mentre dovranno rivolgersi ad altri ospedali per mettere al mondo i figli.
Inutili le assemblee, i presidi promossi dal Pd valligiano, la mobilitazione del comitato di sindaci (Marmentino, Polaveno e Gardone) e del presidente della Comunità montana; la raccolta di oltre 7000 firme e la nascita di un comitato spontaneo di mamme su Facebook. Tutto ciò non ha fermato la decisione del direttore generale dell´Azienda ospedaliera Spedali civili di Brescia, Cornelio Coppini.
«STANDO alle ragioni del Civile - commenta il sindaco di Gardone Michele Gussago -, la chiusura arriva per motivi di sicurezza. A Gardone mancano per esempio la sala rianimazione, e mancherebbe l´esperienza degli operatori per via del numero limitato di parti. Sarebbe opportuno tener conto della sicurezza non solo del presidio ma anche delle persone che vi accedono - aggiunge -, e le mamme subiranno un grosso disagio. In ogni caso, il comitato che si è creato non ha lavorato inutilmente: la chiusura del punto nascite ha alzato il livello di attenzione su tutti i servizi».
«Abbiamo parlato col personale, che ha sottolineato alcuni problemi in primis le carenze di organico e conseguentemente l´impossibilità di offrire un servizio di qualità - aggiunge Gussagio -. Non ci accontentiamo più di parlare solo con la direzione del Civile, ma a livello politico interloquiamo direttamente con la Regione; e così facendo pare che si sia sbloccato un milione e mezzo di euro per la ristrutturazione del pronto soccorso». «Continueremo a vigilare - conclude Gussago - per capire come e quando verranno investiti questi soldi, quando effettivamente aprirà il reparto subacuti che doveva già essere attivo da novembre. Perchè l´impressione è di un lento smantellamento: due anni fa parte del laboratorio analisi è stato trasferito a Brescia; e ora la chiusura del punto nascita. E facciamo appello ai valtrumplini perchè continuino a usare il presidio».
DA MICHELE GUSSAGO a Gabriele Zanolini, il quale oltre a essere primo cittadino di Marmentino è anche il presidente della conferenza dei sindaci del distretto valtrumplino. Un presidente preoccupato per il disagio della popolazione, soprattutto anziana e nei piccoli paesi. Dato per perso il punto nascita, in più sedi (dalla Comunità montana in giù) oltre a richiedere il rispetto degli ultimi accordi a tema (il famoso milione e mezzo già citato da Gussago per il pronto soccorso e garanzie per il potenziamento dei servizi rimanenti), Zanolini ha sottolineato e chiesto risposte su un´altro fronte delicatissimo, quello del «118». Infatti, nell´ambito del «riordino» dell´emergenza-urgenza è stato annunciato «qualcosa che non sembra accettabile: da una parte il trasferimento dell´auto medica da Lumezzane a una zona strategica da individuare; e dall´altra la scomparsa dell´ambulanza infermierizzata ora in servizio nella sede di Valtrompia soccorso, a Brozzo di Marcheno». A questo proposito, il gruppo di lavoro costituito in Comunità Montana (Zanolini, Fabio Peli, sindaco di Polaveno, Michele Gussago per Gardone e Bruno Bettinsoli per la Comunità montana) sta preparando richieste per la Regione. Bresciaoggi 14/12/11
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