lunedì 3 ottobre 2011

Lettere di minacce e il cane avvelenato (Lumezzane)

Due avvocati nel mirino dei malviventi

Vittime due avvocati di Lumezzane che assistono una decina di parti lese nel processo all'imprenditrice Fiorella Tanghetti, accusata di riduzione in servitù, maltrattamenti e sequestro.
Lumezzane, 1 ottobre 2011 - Prima un biglietto di avvertimento (“La pagherete cara, ritiratevi finché siete in tempo”) recapitato in ufficio. Poi due proiettili calibro 38 ritrovati in una busta lasciata con un messaggio minatorio nella cassetta delle lettere dello studio legale (“Auguri, avvocati di m...”). Quindi la scoperta di un paio di investigatori privati appostati sotto lo studio.

E ora Moko, il cane di 11 anni, avvelenato con la soda caustica nel cortile di casa. Non c’è pace per Concetta delle Donne e Marisa Trombini, gli avvocati lumezzanesi che assistono una decina di parti lese nel processo all’imprenditrice Fiorella Tanghetti, la presunta santona della setta della porta accanto che con 15 complici il 28 novembre sarà alla sbarra, in Assise, per riduzione in servitù, maltrattamenti e sequestro ai danni degli ospiti delle comunità della sua onlus “Minelli”.

L’ultima novità è risale alla notte tra il 14 e il 15 settembre. Qualcuno si è introdotto nello spazio esterno dell’abitazione della madre di Marisa Trombini - Moko, il meticcio di famiglia, viveva con lei - e ha somministrato al quattrozampe una polpetta avvelenata. Per farlo ha scavalcato la cinta. La padrona ha rinvenuto il cane la mattina successiva agonizzante. L’ha portato dal veterinario ma l’anamnesi non ha dato speranze: «Gravi danni agli organi interni riconducibili a una sintomatologia acuta causata da sostanze caustiche». Veleno, inosmma. letale. La vicenda ha messo in allarme le donne che lunedì presenteranno denuncia in Procura.

Oggetto: una sfilza di episodi inquietanti e, ribadiscono le due, un solo filo rosso: «Un disegno unitario concomitante con precisi accadimenti». Tutti da indagare. Perché le intimidazioni, spiegano Concetta Delle Donne e Marisa Trombini, si sono susseguite generando un clima di asfissiante paura. Una escalation.
«Il 16 settembre qualcuno ci ha anche pedinate. Ha tolto dal parabrezza della nostra auto parcheggiata in città una multa che poi, lo abbiamo capito solo a distanza di alcune ore, ha riposizionato successivamente. Sempre sulla nostra macchina, che nel frattempo avevamo spostato in un’altra strada a Brescia. Per noi il messaggio è evidente: farci capire che siamo tenute d’occhio da vicino».

I segnali infatti proseguono: «La notte tra il 16 e il 17 settembre ci è stata tolta la corrente da casa — dice Concetta Delle Donne — Una manomissione del contatore esterno, nel cortile cintato».
di Beatrice Raspa (il giorno)

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