È una polemica dai toni pesanti quella, sanitaria, aperta dai sindaci della Valtrompia. Che sono schierati contro il taglio del servizio di Ostetricia deciso per il presidio ospedaliero di Gardone. «Ci sentiamo presi in giro - affermano - : un anno e mezzo fa ci veniva assicurato che i servizi dell´ospedale di Gardone non sarebbero stati toccati, e che anzi sarebbero stati potenziati. Ora invece ne viene meno uno importantissimo per il territorio. Non ci stiamo, e - anticipa Massimo Ottelli, primo cittadino di Sarezzo - siamo pronti anche a iniziative clamorose».
«Abbiamo dato tanto col nostro lavoro, e ci sentiamo abbandonati su questo problema come sull´autostrada e metrò», rincara la dose Stefano Retali di Concesio. «Siamo stufi di avere notizie dai giornali in merito ai provvedimenti presi sopra la nostra testa, senza consultarci, e riguardanti servizi essenziali per il territorio che rappresentiamo», aggiunge per Lumezzane Silverio Vivenzi.
Toni pesanti, come si vede. Emersi nella sede della Comunità montana durante un incontro con la stampa convocato dal presidente Bruno Bettinsoli; il quale ha introdotto i lavori indicando il senso dell´iniziativa: «Vogliamo far sapere ai cittadini che non stiamo dormendo sugli allori. Ci siamo riuniti, c´è un documento perentorio firmato da tutti che è stato inviato, e che chiede a direzione sanitaria e Regione un confronto congiunto urgente per un piano complessivo credibile di riqualificazione (pronto soccorso e dialisi), e di sospendere nel frattempo ogni decisione sul presidio».
Tutto, lo ricordiamo, è iniziato il 28 settembre, quando alla fine dell´assemblea Bettinsoli aveva ricordato che in un incontro del giorno prima il direttore generale dell´Azienda ospedaliera Spedali civili di Brescia, Cornelio Coppini, gli aveva annunciato il taglio di Ostetricia a Gardone, l´arrivo di un reparto subacuti con quindici posti e di uno di Ematologia, e ricordato il ritardo del potenziamento del pronto soccorso dovuto al mancato arrivo del relativo finanziamento regionale (da 6.8 milioni).
La notizia aveva lasciato stupefatti i presenti, e il 6 ottobre era stata confermata ufficialmente ai sindaci da Coppini in persona. Le motivazioni? Una utenza non sufficiente e problemi di sicurezza per le gestanti. E per finire anche un´accusa di «romanticismo» rivolta agli amministratori locali ricordata da Andrea Porteri (sindaco di Tavernole) e Michele Gussago (Gardone), i quali hanno ribattuto e rovesciato il problema: «Essere legati al proprio territorio testimonia il senso di appartenenza; un dovere per i sindaci. I numeri si ottengono potenziando i servizi, non diminuendoli. Siamo sicuri che 400/500 parti dirottati a Brescia non creeranno là altri problemi?». Concetti ribaditi anche da Iside Bettinsoli (Lodrino) e Tullio Aramini (Bovegno). Il tutto, come detto, riassunto nel documento firmato e appena inviato.
(bresciaoggi 19/10/11)
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