Non era custodita in un doppio fondo. E neppure mimetizzata.
Unica
precauzione un sacco di iuta imbevuto di kerosene per eludere il fiuto
dei cani antidroga. La partita di 61 chili di hashish destinata a
rifornire il mercato bresciano viaggiava nel portabagagli di un´anonima
Volkswagen Golf.
A scoprire il carico da «sballo» la squadra Mobile della Questura di Brescia, guidata dal capo Giuseppe Schettino.
Nei
guai è finito M.K., 39 anni, operaio-piccolo imprenditore italiano
residente a Lumezzane e senza alcun precedente specifico. Un´esistenza
simile a tante altre, ma a quanto pare condotta con un tenore di vita al
di sopra delle possibilità di un metalmeccanico socio di una micro
azienda.
È bastato questo indizio, sottile come il filo di una
ragnatela, a spingere gli investigatori della Questura a tenere sotto
discreta sorveglianza il 39enne. Non è la prima volta che da un
dettaglio quasi insignificante, la polizia mette a segno importanti
operazioni anti-droga.
RECENTEMENTE la Questura ha sequestrato in
città 460 chili di hashish seguendo la pista dettata da segnalazioni
fornite da studenti e dai loro familiari. Il nuovo sequestro ribadisce
quanto sia preziosa e strategica la collaborazione e il rapporto di
fiducia fra cittadini e forze dell´ordine.
Attraverso una serie di
pedinamenti, la polizia ha notato che M.K., socio di una ditta di
lavorazione metalli a Lumezzane, viaggiava con una frequenza eccessiva e
soprattutto al di fuori dei potenziali itinerari dei clienti
dell´azienda.
Gli investigatori hanno cominciato allora ad
intensificare i «pedinamenti» monitorando le trasferte del 39enne che
faceva la spola fra la provincia di Brescia e quelle di Mantova e
Milano. E proprio un viaggio nel capoluogo di regione è stato fatale al
trafficante. La squadra mobile ha intuito che si trattava di una
spedizione di approvvigionamento dello stupefacente ed ha predisposto
una trappola scattata a Rovato, lungo l´autostrada A4. Il 39enne di
Lumezzane ha cercato di di fuggire, quando gli è stato intimare l´alt.
Ma è intervenuta una seconda pattuglia che ha bloccato la Golf sulla
corsia d´emergenza.
NEL BAGAGLIAIO sono stati trovati i 61 chili di «fumo» che avrebbero assicurato alla vendita al dettaglio circa 200 mila euro.
Gli
inquirenti ritengono che M.K. abbia incontrato il suo fornitore a
Milano. La circostanza darebbe corpo all´ipotesi che la partita di
hashish sia stata importata dalla Spagna o dall´Olanda. Un sequestro che
dimostra una volta di piùquanto sia diffuso in provincia di Brescia il
consumo di questo tipo di droga.
Con corrieri che si sentono a tal
punto sicuri da lasciarla nel bagaliaio. L´indagine della squadra Mobile
è soltanto all´inizio.
Gli investigatori puntano a ricostruire i
flussi di approvvigionamento e localizzare la piazza e i canali di
distribuzione al dettaglio della materia prima per spinelli. I panetti
di hashish sequestrati erano contrassegnati dal marchio Rolex. E´
evidente che gli orologi simbolo del lusso non c´entrano assolutamente
niente, ma che in questo modo i trafficanti hanno voluto «griffare»
quello che veniva considerato un prodotto di qualità, una sorta di
marchio per la tracciabilità della droga.
Un altro indizio a
disposizione degli agenti guidati da Giuseppe Schettino chiamati a
cercare di scoprire i livelli superiori, ovvero gli importatori dello
stupefacente. Sullo sfondo del maxi sequestro si stagliano due un
aspetti per così dire sociali: da un lato emerge la sempre maggiore
diffusione di hashish in provincia, dall´altro il crescente desiderio
della cittadinanza di collaborare con le forze dell´ordine per
sconfiggere la dilagante piaga della droga. bresciaoggi
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