Se il depuratore del Gandovere ha richiesto un investimento di 25
milioni di euro per servire un´area di circa 90 mila abitanti con un
costo pro capite di circa 110 euro, quello della Valtrompia promette di
costare tre volte tanto. La stima è infatti 75 milioni di euro. Il
bacino servito sarà di 70 mila abitanti con un costo pro capite di 1.071
euro. I dati di comparazione fra i due progetti vengono snocciolati,
inmodo volutamente provocatorio, dal direttore di Cogeme Paolo Saurgnani
che aggiunge: «In un paese normale non si potrebbero fare impianti con
un costo di gran lunga superiore a quello medio». Sarà quello del
depuratore di valle del resto il dossier più spinoso che il nuovo
gestore unico del ciclo idrico si troverà sul tavolo.
LA REPLICA a
Saurgnani arriva direttamente dal presidente di Asvt Luigi Bonomi a cui
fa capo il progetto dell´impianto che dovrebbe essere realizzato in
galleria a Concesio: «E´ vero che è più oneroso ma non va dimenticato il
contesto urbanistico in cui sarà realizzato. In Val Trompia c´è un
problema di carenza di spazi e c´è la necessità di fare ricorso a
tecniche costruttive che limitino il consumo di suolo».
Asvt, che è
partecipata al 51 per cento dai comuni della valle e per il restante 49
da A2A, confida che la base d´asta del depuratore possa ridursi un po´
rispetto ai 75 milioni iniziali. «Nel costo complessivo però - fa notare
Bonomi - ben 23 milioni sono dovuti alle opere di mitigazione
ambientale che richiedono la costruzione di gallerie e la copertura
delle vasche fuori terra che sono collocate vicino al centro abitato».
A
regime inoltre il depuratore è pensato per portare la sua capacità a
servire un bacino di 138 mila abitanti, quasi il doppio dei 70 mila
attuali.
Il direttore dell´Aato Marco Zemello ricorda che la vicenda
del depuratore della Val Trompia è talmente annosa che sono stati
ipotizzati almeno una ventina di siti per la sua costruzione senza mai
arrivare a una soluzione. Era stato valutato anche il collettamento fino
a Verziano, poi escluso perché richiedeva investimenti troppo
consistenti.
«In ogni caso - scandisce Zemello - è scaduto il tempo
per continuare a parlare. Adesso è improrogabile dare una risposta.
Semmai bisognerà valutare attentamente a cosa si riferiscono le opere di
compensazione ambientale».
UN´ALTRA QUESTIONE controversa riguarda
il progetto di collettamento delle acque di scarico della sponda
bresciana del Garda da Desenzano fino al depuratore di Visano. Saurgnani
attacca: «Perché fare 30 chilometri di collettamento nella Bassa che
costeranno 90 milioni di euro? I progetti devono avere una coerenza dal
punto di vista dell´investimento».
Zemello chiarisce che è stato
scelto Visano perché lì esiste già un vecchio impianto per il
trattamento dei reflui zootecnici non più utilizzabile. «Soprattutto -
aggiunge - da subito è disponibile l´area di proprietà della Provincia
per costruire il nuovo depuratore che servirà un bacino di 225 mila
abitanti».
Proprio il vantaggio di avere già l´area contribuisce a
risolvere molti problemi e ad accelerare l´iter per la realizzazione
dell´impianto. Diversamente si dovrebbe individuare un altro sito che al
momento non c´è e i tempi inevitabilmente si allungherebbero. bresciaoggi
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