mercoledì 8 ottobre 2014

Valtrompia e Garda, i dossier aperti

Se il depuratore del Gandovere ha richiesto un investimento di 25 milioni di euro per servire un´area di circa 90 mila abitanti con un costo pro capite di circa 110 euro, quello della Valtrompia promette di costare tre volte tanto. La stima è infatti 75 milioni di euro. Il bacino servito sarà di 70 mila abitanti con un costo pro capite di 1.071 euro. I dati di comparazione fra i due progetti vengono snocciolati, inmodo volutamente provocatorio, dal direttore di Cogeme Paolo Saurgnani che aggiunge: «In un paese normale non si potrebbero fare impianti con un costo di gran lunga superiore a quello medio». Sarà quello del depuratore di valle del resto il dossier più spinoso che il nuovo gestore unico del ciclo idrico si troverà sul tavolo.
LA REPLICA a Saurgnani arriva direttamente dal presidente di Asvt Luigi Bonomi a cui fa capo il progetto dell´impianto che dovrebbe essere realizzato in galleria a Concesio: «E´ vero che è più oneroso ma non va dimenticato il contesto urbanistico in cui sarà realizzato. In Val Trompia c´è un problema di carenza di spazi e c´è la necessità di fare ricorso a tecniche costruttive che limitino il consumo di suolo».
Asvt, che è partecipata al 51 per cento dai comuni della valle e per il restante 49 da A2A, confida che la base d´asta del depuratore possa ridursi un po´ rispetto ai 75 milioni iniziali. «Nel costo complessivo però - fa notare Bonomi - ben 23 milioni sono dovuti alle opere di mitigazione ambientale che richiedono la costruzione di gallerie e la copertura delle vasche fuori terra che sono collocate vicino al centro abitato».
A regime inoltre il depuratore è pensato per portare la sua capacità a servire un bacino di 138 mila abitanti, quasi il doppio dei 70 mila attuali.
Il direttore dell´Aato Marco Zemello ricorda che la vicenda del depuratore della Val Trompia è talmente annosa che sono stati ipotizzati almeno una ventina di siti per la sua costruzione senza mai arrivare a una soluzione. Era stato valutato anche il collettamento fino a Verziano, poi escluso perché richiedeva investimenti troppo consistenti.
«In ogni caso - scandisce Zemello - è scaduto il tempo per continuare a parlare. Adesso è improrogabile dare una risposta. Semmai bisognerà valutare attentamente a cosa si riferiscono le opere di compensazione ambientale».
UN´ALTRA QUESTIONE controversa riguarda il progetto di collettamento delle acque di scarico della sponda bresciana del Garda da Desenzano fino al depuratore di Visano. Saurgnani attacca: «Perché fare 30 chilometri di collettamento nella Bassa che costeranno 90 milioni di euro? I progetti devono avere una coerenza dal punto di vista dell´investimento».
Zemello chiarisce che è stato scelto Visano perché lì esiste già un vecchio impianto per il trattamento dei reflui zootecnici non più utilizzabile. «Soprattutto - aggiunge - da subito è disponibile l´area di proprietà della Provincia per costruire il nuovo depuratore che servirà un bacino di 225 mila abitanti».
Proprio il vantaggio di avere già l´area contribuisce a risolvere molti problemi e ad accelerare l´iter per la realizzazione dell´impianto. Diversamente si dovrebbe individuare un altro sito che al momento non c´è e i tempi inevitabilmente si allungherebbero.  bresciaoggi 

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