giovedì 9 ottobre 2014

Pellet fantasma, un altro caso: sparisce la ditta ma non le rate

Migliaia di euro di pellet andati in fumo, senza però aver riscaldato i malcapitati clienti che si erano fatti ingolosire da un´offerta allettante. È quanto accaduto ad alcuni bresciani e a un centinaio di bergamaschi che hanno sottoscritto un contratto con la Giuseppe Vavassori Stufe e caldaie di Castelli Calepio, in provincia di Bergamo. Tra questi anche una coppia di Gardone, che ha voluto rompere il silenzio e lanciare un appello, ricordando a chi è finito nella rete che si può chiedere aiuto all´Unione bergamasca consumatori (telefono 0352 42282), che si sta occupando di raccogliendo decine di segnalazioni.
Ma come nasce la storia del pellet fantasma?
«ABBIAMO TROVATO l´annuncio stampato su un volantino all´esterno di un centro commerciale - raccontano Roberto Baronio e Federica Bellini, i due gardonesi -. Veniva proposto l´acquisto di grossi quantitativi di pellet al prezzo di 3,50 euro al sacco. Abbiamo sottoscritto una proposta per avere un migliaio di sacchi dilazionati nel tempo, ma dopo aver ricevuto la prima partita, l´azienda si è dileguata nel nulla». La storia è quella già ricostruita dalle forze dell´ordine: tramite alcuni venditori, la ditta proponeva tonnellate di pellet a prezzi contenuti e chiudeva la proposta con una stufa in omaggio. Un´offerta interessate per chi, di questi tempi, vuole risparmiare sui costi del riscaldamento.
OGGI PERÒ GLI acquirenti si trovano con un pugno di mosche in mano. «Per chi ha pagato in contanti non c´è nulla da fare, devono mettersi il cuore in pace e convivere con lo spiacevole accaduto - spiega l´associazione dei consumatori che sta seguendo la vicenda -. Diverso il discorso per chi ha chiesto un finanziamento e sta ancora pagando delle rate per del materiale che non vedrà mai. Tramite il nostro legale possiamo congelare il finanziamento e chiedere il rimborso delle rate già pagate riferite alla merce mai ritirata. Invitiamo quindi i truffati a contattarci» (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 e dalle 15.30 alle 17.30). L´avvocato Gabriele Forcella sta raccogliendo le segnalazioni per poi mandare una lettera alla banca che ha erogato i finanziamenti. «Ci appelleremo all´articolo 125 del testo unico bancario che rientra tra le disposizioni a tutela del consumatore, anello debole in questo gioco tra le parti - spiega il legale -. Infatti, se il fornitore non fornisce il bene per il quale è stato attivato il finanziamento, il contratto può essere risolto e la banca deve restituire quanto versato, salvo l´imputabile alla merce consegnata».
Attenzione: è fondamentale non smettere di pagare le rate del prestito prima di avere intrapreso la strada suggerita dall´avvocato. Si rischia di entrare nell´elenco dei cattivi pagatori e la relativa segnalazione alla centrale rischi. BRESCIAOGGI

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