Sembra ormai un noioso luogo comune, ma purtroppo la realtà è davvero
drammatica; forse ancora più seria di come appare. Da autentica
malattia, o nei casi meno gravi da sciocca speranza di cambiare la
propria vita, il gioco d´azzardo sta causando una infinità di situazioni
disperate, fatte di dipendenza e di risparmi sperperati anche,
paradossalmente, in questa fase di forte crisi.
Le slot machine (e
non solo) ingoiano capitali a non finire creando la falsa speranza di
fuggire dal disagio economico, e proprio questa congiuntura spinge
precari, disoccupati o indebitati a cercare la fortuna giocando alle
slot machine, prima con pochi euro e poi investendo stipendi e pensioni.
Un fenomeno dilagante e che ha portato molte famiglie ben oltre la
crisi e a costretto alla mobilitazione strutture sanitarie, psicologi e
medici.
Anche le istituzioni, come la Regione Lombardia ma
soprattutto molti comuni, stanno cercando di mettere un freno al
problema, mentre le petizioni di cittadini e associazioni si
moltiplicano. Ovviamente questa realtà riguarda direttamente anche la
Valgobbia, e per conoscere, approfondire e trovare soluzioni adeguate
per gestire il fenomeno, a Lumezzane sono state allestite due
iniziative.
La prima è in cartellone per domani sera alle 20,30
nell´oratorio di San Sebastiano, ed è rappresentata dall´incontro «Da
divertimento a malattia. Il gioco d´azzardo patologico». Durante la
serata in questione saranno la presidente della Consulta sociale
valgobbina Flauzia Panada e Claudia Fusi, laureata in Scienze
dell´educazione, a cercare di analizzare l´aspetto «malato» della
pulsione a giocare usando il denaro.
L´altra iniziativa si terrà
invece domenica, quando all´esterno delle chiese lumezzanesi, dope le
messe festive si potrà firmare il testo di una petizione popolare
proposta su scala nazionale che chiede di regolamentare e possibilmente
contrastare la diffusione del gioco d´azzardo. F.Z.
bresciaoggi
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