La scorsa settimana Aprica spa, affiancata da realtà locali come la
cooperativa «La fontana» e l´Azienda servizi Valtrompia, ha ottenuto
l´appalto per il servizio di smaltimento per i prossimi cinque anni
(rinnovabili quasi per obbligo per un altro quinquennio), ma a Lumezzane
la polemica sul caso rifiuti non si ferma. La scelta
dell´Amministrazione, lo ricordiamo, in linea con i risultati giudicati
positivi da parte di realtà come Bovezzo e Polaveno, è caduta sui
cassonetti a calotta apribili con una chiavetta per l´indifferenziato e
sulle mini isole ecologiche per gli altri materiali; ma la decisione è
stata criticata da «Lumezzane in movimento», vale a dire i 5 Stelle
valgobbini, e da Pd e Civica per Lumezzane. Anche per lo scarso
coinvolgimento dei cittadini.
Il pentastellati sono stati i primi ad
alzare la voce. Nei giorni scorsi hanno scritto una lettera al sindaco
Silverio Vivenzi e all´assessore Andrea Capuzzi con la quale chiedono
dettagli tecnici sui motivi della scelta e propongono un incontro con
gli esperti sulla filosofia e la pratica del «rifiuti zero».
Ma il
vero attacco arriva attraverso un volantino di Pd e Civica per
Lumezzane. «La decisione è arrivata a pochi mesi dalle elezioni senza
condivisione e senza informare i cittadini - scrivono Rudi Saleri e
Matteo Zani, i due capigruppo -. Non sono stati organizzati incontri e
l´unica occasione di dibattito, dopo varie richieste del Pd, è arrivata a
bando già definito». Poi le opposizioni attaccano anche la riduzione
dei cassonetti grigi e l´accorpamento in isole che potrebbe creare
disagi. L´alternativa? «Un sistema ibrido con calotta per
l´indifferenziata e porta a porta per il riciclabile». F.Z. bresciaoggi
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