Il ruolo dell´automedica accende la discussione in Valtrompia. A
prendere la parola è questa volta il comitato di Gardone Val Trompia
della Croce rossa italiana presieduto da Marino Appodia, che conta 140
volontari. «Secondo quanto comunicatoci da Areu - ha spiegato Appodia - a
novembre del 2011, l´automedica avrebbe dovuto trovar casa a Gardone e
la combinazione doveva essere l´autoambulanza affiancata
dall´automedica. Questo avrebbe portato ad avere l´automedica con a
bordo il medico, l´infermiere e un autista soccorritore fornito da
un´associazione del territorio e l´ambulanza con a bordo un autista
soccorritore e un soccorritore».
«Il cambio di direzione alla fine
del 2011 con il ritorno dell´automedica a Lumezzane - ha proseguito
Appodia - ha però comportato problemi nel senso che il turno diurno è
rimasto a due persone e quello notturno a tre. Gli equipaggi diurni, mal
tollerano di fare il turno a due, soprattutto se i volontari sono
entrambe donne per ovvie questioni logistiche». La Croce rossa si è
allora fatta carico dell´uscita di una terza persona, con un aggravio
dei costi mentre i «finanziamenti pubblici - ha precisato Appodia - sono
sempre quelli».L.P. bresciaoggi
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