venerdì 27 settembre 2013

Il rimedio per uscire dalla crisi? La coop scommette sul cricket

Gli enti pubblici hanno sempre meno risorse da destinare a progetti sulla prevenzione o l´integrazione sociale, che fino a qualche anno fa garantivano lavoro alle cooperative del settore. Oggi bussare alle porte (e alle casse) del municipio serve a poco, bisogna guardare oltre. Da questa riflessione prendono vita nuove idee che la coop «Il Mosaico» di Lumezzane, in cassa integrazione fino a fine anno, intende realizzare, come quella di creare un vero campo di cricket in Valgobbia, per stranieri ma anche, ovviamente, per italiani.
«Prima dell´estate abbiamo presentato all´assemblea dei soci un piano di crisi aziendale - spiega Valter Tanghetti della coop - annunciando gli strumenti messi in campo, oltre a quelli restrittivi della cassa in deroga. Da una decina d´anni il Pubblico progressivamente disinveste nel comparto socio educativo. La nostra scelta è stata quindi quella di ridurre i servizi, cercando però di non perderli. Concentriamo alcune attività solo in determinati periodi dell´anno. In alcuni casi, però, questa soluzione non è stata sufficiente: i tagli degli enti locali hanno decretato la morte del Cag di Gardone che si abbina al fermo del Boyzone di Lumezzane, già sospeso dallo scorso settembre. Paradossalmente il numero delle nostre attività è il doppio di quello di alcuni anni fa, ma il volume di lavoro è diminuito - continua Tanghetti -. Visto il nostro core business, sappiamo di essere più deboli di fronte ai tagli. Ai Comuni chiediamo solo un po´ di collaborazione e poi di ragionare sulla necessità delle housing sociali che abbiamo in valle».
La strategia è quella di «disturbare» il meno possibile gli enti locali e mantenersi con attività più autonome. Una tra queste è il servizio Sprar, destinato ai rifugiati politici, che funziona grazie a bandi ministeriali e concretizzabile, sull´esperienza già vissuta con i rifugiati del Nord Africa, in collaborazione con altre realtà bresciane. Sarebbe poi importante dare continuità ai progetti già conclusi per rendere spendibili i risultati raggiunti: «Generazioni» ad esempio ha coinvolto molti studenti. È durante quell´esperienza che è nato un torneo di cricket, cui hanno partecipato italiani e stranieri. Ma per giocare sono stati usati spazi impropri, vista l´assenza di un vero campo.
«CONSIDERATO che la comuntà pakistana è la più presente in Valtrompia (1000 persone soltanto a Lumezzane su 2000 stranieri), si potrebbe pensare di unire le forze, coinvolgendo le associazioni degli stranieri, e cercare risorse attraverso i bandi delle fondazioni oppure quelli regionali ed europei» conclude Tanghetti. L´intento non è quello di creare un «ghetto», ma proporre alla comunità una nuova alternativa sportiva. La formula vincente probabilmente non esiste, ma fare gruppo senza dubbio aiuta. bresciaoggi

Marco Benasseni

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